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Catania. Corteo per Pippo Fava trasformato in marcia pro-migranti: l’ass.re Leghista Cantarella protetto dalla DIGOS


Gravissima provocazione della sinistra: corteo in memoria del Giornalista simbolo della lotta alla Mafia Pippo Fava, trasformata in marcia pro-immigrazione a supporto di Orlando e De Magistris, Claudio Fava: Non verrò più alla commemorazione del 5 gennaio”

Come ogni anno, lo scorso 5 gennaio a Catania è stata la giornata dedicata al ricordo del giornalista siciliano barbaramente ucciso da Cosa Nostra nel 1984.  Come di consueto sono stati portati dei fiori davanti alla lapide in via Fava, dove si è osservato qualche minuto di raccoglimento. All’evento presente l’assessore alla Cultura di Catania Barbara Mirabella in rappresentanza dell’amministrazione guidata da Salvo Pogliese, varie associazioni tra cui Don Luigi Ciotti con Libera, politici e liberi cittadini. 

Proprio da libero cittadino, anche l’assessore alla sicurezza del Comune di Catania, il leghista Fabio Cantarella, si era voluto accodare – da solo, senza claque alla spalle – al corteo che nel pomeriggio è partito da piazza Roma per dirigersi alla lapide in via Fava.

A questo punto dall’interno del corteo sono cominciati i cori aggressivi verso l’assessore “indesiderato”, “colpevole” di essere della Lega ed invitato ad andarsene poiché quella era una manifestazione di sinistra e lui non doveva esserci. “Fuori i fascisti dal corteo”, “A che serve vivere se non si ha il coraggio di lottare”, “Solidarietà, accoglienza, è questa la nuova resistenza”. Detto più semplicemente, il corteo che doveva essere dedicato alla commemorazione di un giornalista ucciso dalla mafia è diventato un corteo della sinistra pro-immigrazione. Ma il fatto più grave in assoluto, è forse proprio il fatto che in mezzo al corteo ormai divenuto politicizzato e svuotato del suo significato, riecheggiava la frase resa celebre proprio da Pippo Fava: “A che serve vivere se non si ha il coraggio di lottare”.

Insomma, un corteo, quello organizzato da “I Siciliani Giovani” e sostenuto da altre associazioni tra cui Libera con Luigi Ciotti in testa, che si è appropriato del “simbolo antimafia” Pippo Fava che dovrebbe appartenere a tutta la società siciliana ed a tutti gli italiani per bene, per farne invece un simbolo di lotta politica della sinistra all’opposizione contro il governo nazionale. Un fatto oggettivamente di una gravità inaudita.

Alcuni partecipanti al corteo del resto, hanno chiaramente dichiarato anche alla stampa che la manifestazione voleva anche essere di incoraggiamento e supporto ai sindaci Leoluca Orlando e Luigi De Magistris, in prima linea per l’accoglienza dei migranti e contro il decreto sicurezza.

Quanto all’assessore Cantarella, sono dovuti intervenire gli uomini della Digos che lo hanno cinturato per il resto del corteo, malgrado infatti non abbia mai replicato a nessun coro, la Polizia ha dovuto assicurare la sua incolumità fisica, contrigendo l’assessore a seguire il corteo letteralmente in disparte, su un lato.

Un vicenda che sicuramente lascia l’amaro in bocca, e in questo senso fanno riflettere le parole pronunciate da Claudio Fava dal palco del premio intitolato al padre, la cui premiazione si è svolta al teatro Verga. Claudio ha infatti annunciato che dal prossimo anno non sarà più presente alla commemorazione del padre a Catania, lanciando anche una considerazione dal palco, che per certi versi appare anche come un monito: ovvero quello di lasciare in pace i morti e non usare questi eventi come sfoghi emotivi.

“La memoria di Fava non è di destra né di sinistra – ha dichiarato Fabio Cantarella – ma di chi condivide determinati principi. Sono stato insultato e invitato a lasciare il corteo “perché è di sinistra”. Ho riferito quanto successo a Claudio Fava, che ha preso le distanze da quanto accaduto”.