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Sciacca, Caos azzeramento. Merito al sindaco Valenti: A Sinistra, dal PD in poi, solo macerie


Una crisi personale ed umana prima che politica, senza precedenti e senza eguali: una mossa politica probabilmente mal calcolata, o più semplicemente, una mossa non politica ma solo avventata

E’ la componente umana distrutta quella che più sta facendo rumore in questa crisi politica senza precedenti per la città di Sciacca, in questo azzeramento voluto dal sindaco Francesca Valenti.

Perché da un lato una considerazione è d’obbligo: ovvero che 3 di quei 5 assessori rimossi, rappresentavano i pilastri portanti della stessa vittoria elettorale della Valenti. Gioacchino Settecasi, Paolo Mandracchia e Filippo Bellanca, è gente che sposta non solo voti personali, ma anche e soprattutto candidati utili a formare le liste capaci di portare consiglieri a Palazzo di Città e voti al Candidato Sindaco.

Una emorragia di voti di cui probabilmente – salvo riavvicinamenti sempre possibili in politica – si pagherà il prezzo solo alle prossime elezioni – che a questo punto non è certo che coincideranno con la fine naturale del mandato – e che alla coalizione del centro sinistra a voler dir poco, potrebbe costare circa 2mila voti indispensabili anche solo per credere di poter vincere.

Ma in questa crisi, come detto, quello che conta di più è il lato umano; che in politica spesso è sottovalutato, ma che rivela avere un grande valore nel momento in cui meno te lo aspetti.

Per esempio ha avuto un ruolo di primo piano nel “buon esempio” dato da Gioacchino Settecasi che ha consapevolmente aperto le danze, e non perché fosse “accordato”. Settecasi è un professionista conosciuto ed apprezzato in città, ed in quanto tale non ha accettato che qualcuno potesse “ridergli in faccia” perché da mesi “si sapeva” che lui insieme ad altri “ne avevano ancora per poco”. 

Le persone non sono pupazzi, e questo forse nel conto, non è stato tenuto in considerazione.

Così la decisione è stata presa, da quanto saputo il PD non si è neppure ancora riunito dopo l’azzeramento. I rapporti personali tra Settacasi e l’on. all’ARS Michele Catanzaro sono compromessi e forse impossibili da recuperare, una ferita umana prima che politica, si vocifera. E quando le ferite fanno male, solitamente le reazioni non si fanno attendere troppo. 

Poi c’è Paolo Mandracchia, altro uomo molto conosciuto e stimato in città, uno dei due che non ha accettato di consegnare le dimissioni, perché orgogliosamente dice di non aver fatto nulla da costringerlo alle dimissioni.

Il suo gruppo – Uniti per Sciacca – oggi alla richiesta aperta a tutta la compagine di governo del Sindaco Francesca Valenti di proporre un nome per la nuova giunta, lo ha riproposto. E pare però che il sindaco non sia intenzionato a riprenderlo con sé. Il gruppo pare reggere bene, ma queste sono giornate lunghe, politicamente e umanamente, vedremo se Uniti per Sciacca resterà unito o meno.

Ultimo dei tre “rinnegati d’onore” è Filippo Bellanca. Di lui abbiamo già parlato, doppio il colpo subito nel suo caso, dato che per ordini di scuderia dettati da Nuccio Cusumano, si era dovuto dimettere da consigliere eletto a pieno titolo, per restare assessore e vicesindaco.

Con l’azzeramento – che si vocifera adesso sia stato fatto soprattutto per eliminare lui – Bellanca resta fuori dal municipio, per la prima volta dopo tanti anni. 

Anche quì c’è un rapporto umano, probabilmente, definitivamente morto. Qualcuno dice che Cusumano “lo ha creato e poi lo ha distrutto”, un supremo atto di arroganza politica quindi, oltretutto nemmeno dichiarata fino al momento del suo avvenimento. Però anche nell’arroganza ci vuole criterio. Cicerone parlando dell’epoca regia e di Tullio Ostilio discuteva della differenza tra bellum iustum e bellum iniustum. Anche la guerra ha le sue regole. E dopo una mossa simile, Cusumano, già politicamente non il più apprezzato da chi non gli siede vicino, ora forse verrà visto con ancora più sospetto.

Sullo sfondo resta un centro sinistra saccense devastato prima umanamente e dopo politicamente ed un’esperienza amministrativa che vede davanti a sé più dubbi che certezze, e questo è dimostrato dal fatto che è stato fatto un azzeramento a fronte del quale ci si sarebbe aspettata una nomina della nuova squadra nel giro di 24 o massimo 48 ore ed invece si brancola ancora nel buio, con lo stesso gruppo di Sciacca Democratico in cui pare che nessuno voglia prendersi l’incarico che era stato di Bellanca. Nel PD d’altronde si parla di un Simone Di Paola abbastanza imbarazzato dall’idea di prendere in questo modo il posto di Settecasi. E quindi si dovrebbe ricorrere a figure esterne – come Cleo Li Calzi –, o forse addirittura sagome, come quelle della nostra vignetta.

Qualcuno, in difesa della Valenti, ha detto che il sindaco ha compiuto un’azione da “donna”, si era stancata dell’aria che tirava ed avrebbe dato un colpo di spugna per dare un segnale forte e le va data quindi fiducia. Ecco, in questo senso, allora è ovvio che quegli “uomini”, costruitisi da soli, fieri, e sicuri delle proprie capacità, abbiano reagito e reagiranno duramente a quella che è stata vissuta come un’umiliazione davanti a 40mila saccensi.