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135 Milioni ad Agrigento. CGIL: “Si traducano in lavoro e sviluppo”


La CGIL di Massimo Raso interviene a gamba tesa sulla questione dei tanto annunciati finanziamenti al Comune di Agrigento.

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Rivolgendosi al sindaco Firetto e dicendo di ritenere che l’amministrazione della città dei templi debba con urgenza aprire un “tavolo permanente di confronto” con le forze che operano nell’economia e nella società per monitorare, accompagnare e seguire e per costruire insieme le proposte che mancano al fine di far “decollare la città, riassegnandole il ruolo che le spetta”.

“Non passa giorno che non si annunciano interventi e milioni di euro in direzione di questa Città. -dice oggi Massimo Raso, segretario generale della CGIL agrigentina – Si è cominciati con il “patto per la Sicilia”, presentato da Renzi proprio qui ad Agrigento.

Dentro quel “patto” abbiamo contato almeno 25 interventi che riguardano la Città di Agrigento per un totale di 101.730.836,88 Euro nei vari settori: turismo e cultura, Infrastrutture e ambiente. Nei giorni scorsi l’annuncio delle risorse previste nell’ “Agenda urbana”: in arrivo 17 milioni per turismo, energia ma riguardano anche  il sociale, l’innovazione tecnologica, la cultura. Ieri l’annuncio di altre risorse per la “riqualificazione urbana, “ via libera al finanziamento del progetto “Girgenti”, grazie al quale ad Agrigento arriveranno 15,8 milioni di euro.

Insomma, per limitarci solo a questi 3 interventi, siamo a 135 milioni di euro, ovvero 270 miliardi di lire. Si tratta, di risorse ingenti, che com’è di tutta evidenza potrebbero cambiare i connotati a questa città! Altre risorse sarebbero reperibili, penso ad esempio, a recuperare quelle che servivano alla infrastrutturazione di Villaseta/Monserrato o a quelle per gli Impianti sportivi.

A questo si aggiunga la vicenda che riguarda il ritrovamento del teatro e che arricchirà ulteriormente questo potente attrattore turistico che è la “valle dei templi”. E tutto questo si cala in un contesto dove è evidente la crisi economica e sociale a cominciare da quella dell’edilizia che prima faceva da traino all’economia complessiva”.