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18 pescatori siciliani in mano ai libici da un mese. Musumeci: “Intollerabile il silenzio di Di Maio”


Il Governatore della Sicilia Musumeci non si fa scrupoli ad attaccare frontalmente il Ministro degli Esteri: “Dopo 26 giorni, il tempo delle parole e delle buone volontà è abbondantemente scaduto. Il governo centrale trovi rapida soluzione”

Due motopescherecci di Mazara del Vallo, l’Antartide e il Medinea, sequestrati il primo settembre a 38 miglia a nord di Bengasi e 18 famiglie in terribile apprensione per la sorte dei propri cari in mano alle “autorità” non riconosciute della parte di Libia sotto il controllo del generale Khalifa Haftar sostenuto da Egitto e Russia,  in guerra con il Governo di Tripoli di Fayez al-Sarraj, sostenuto da UE e USA.

In questo clima, 18 pescatori siciliani sono rinchiusi dallo scorso 1 settembre nel carcere di El Quefia, con i libici che chiedono lo scambio di 4 loro connazionali condannati a 30 anni in Italia e detenuti con l’accusa di essere gli scafisti della “strage di ferragosto” in cui morirono 49 migranti per un incendio nella stiva di un’imbarcazione.

Una situazione insostenibile per i familiari dei pescatori che malgrado le numerose proteste, fin sotto i palazzi del potere a Roma, si scontrano col muro di assordante silenzio della Farnesina, intramezzato da promesse non ancora verificate da parte del Premier Conte. Per questo è intervenuto il Governatore Siciliano Nello Musumeci, puntando il dito contro il mutismo di Luigi Di Maio e del suo Ministero.

“Dopo 26 giorni non abbiamo ancora alcuna notizia sul rilascio dei due motopescherecci di Mazara del Vallo, sequestrati dalle autorità libiche il primo settembre. Non è assolutamente tollerabile questo silenzio da parte del ministero degli Esteri. – chiosa Musumeci – Ci sono le famiglie dei 18 pescatori che attendono con angoscia e trepidazione che la Farnesina faccia conoscere la verità, qualunque essa sia.

Nè bastano le rassicurazioni fornitemi personalmente dal premier Conte circa un suo intervento su Tripoli. Il tempo delle parole e delle buone volontà è abbondantemente scaduto. Rinnovo l’invito al governo centrale per una rapida soluzione della vicenda e faccio appello alla rappresentanza parlamentare siciliana affinché eserciti su Roma la necessaria pressione”, ha poi concluso il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.