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6 Comuni dell’agrigentino “truffati”. Spariti i soldi delle tasse, lo certifica la Procura della Corte dei Conti: non c’è Sciacca


Pagare le tasse non piace a nessuno, ma sapendo che servono per il “bene comune”, ci si rassegna, ma apprendere che quei soldi, invece che per sanità e quant’altro, qualcuno se li è “fregati”, fa “rodere” il fegato.

L’inchiesta è della Procura della Corte dei Conti, che ha svelato un sistema che sarebbe alla base della crisi finanziaria di molti Comuni, che non avendo ricevuto dall’agenzia incaricata, le somme incassate dalle tasse, ora si ritrovano con i conti in rosso.

In tutta la Sicilia i Comuni “truffati” sono 56, per una cifra complessiva di 20 milioni 560 mila euro.Tra questi sei sono dell’agrigentino e non c’è Sciacca. Ecco l’elenco in ordine di grandezza di ammanco: Naro: 1.484.365 euro; Favara: 640.012 euro; Aragona: 231.194 euro; Ravanusa: 169.681 euro; Campobello di Licata: 106.291 euro e Palma di Montechiaro: 50 mila euro.

Questi Comuni hanno avuto la sbadataggine, ma serebbe meglio chiamarla “incompetenza”, di avere affidato il servizio di riscossione dei tributi a società, il più delle volte neppure iscritte all’albo di settore, che dopo avere incassato le tasse non le hanno versate agli enti proprietari.

Secondo il capo della Procura della Corte dei Conti, Gianluca Albo, infatti, ci sarebbero stati affidamenti diretti e non ponderati che hanno esposto, ed espongono, i Comuni “truffati” a gravi pregiudizi erariali.