Nonostante le due defezioni, non di poco conto, di Santo Bono prima e Salvatore Monteleone poi, e dopo le conferme di Calogero Bono, Francesca Valenti, Domenico Mistretta, Fabio Termine e Stefano Scaduto a candidati a sindaco, quel che resta del sesto polo, va avanti nella definizione della propria lista e sempre con la disponibilità dell’avv. Virginia Sammarco a candidarsi a sindaco.
Il gruppo ora ha come punto di riferimento il trio Mario Turturici, Michele Ferrara e Ignazio Messina, con ovviamente altre personalità a supporto del progetto. In questi giorni, le riunioni sono state frequenti e calde e domani potrebbe esserci quella definitiva, nella quale dal “fumaiolo” potrebbe uscire la fatidica fumata bianca.
Il 17 maggio è ormai alle porte e il tempo per i consueti giochi politici, è quasi scaduto, nella “clessidra”, la sabbia sta per finire, appare quindi chiaro, che per questo fine settimana, le carte saranno “calate” sul tavolo.
D’altronde le divisioni, di cui aveva parlato Mario Turturici, sulle diverse sensibilità all’interno del gruppo, con l’uscita di Bono e Monteleone, dovrebbero essere, se non azzerate, quantomeno ridotte e di molto. Santo Bono è andato con Francesca Valenti, quindi con il centrosinistra, Salvatore Monteleone, ha dichiarato che non andrà con il centrodestra, ma comunque sarà della partita e a breve deciderà…. Scaduto o Termine? Sembra fantascienza e pensare a Mistretta, una barzelletta. Quindi anche lui dalla Valenti? Vedremo.
Certo è che già dall’inizio di questa campagna elettorale molti erano pronti a scommettere che Monteleone non si sarebbe più candidato, ed avrebbe avuto soltanto un ruolo attivo ma esterno. Adesso, a fronte delle sue dichiarazioni, il dubbio resta, specie considerando le diversità politiche con gli altri candidati a sindaco non di destra e la storica amicizia con Turturici che certo in questa vicenda avrà pure un ruolo.
Appare pertanto ovvio, che il sesto polo è ad un bivio: l’alleanza con Calogero Bono o “l’avventura” solitaria con Virginia Sammarco. Infatti se in campo ci fosse ancora una possibile alleanza con la Valenti, Bono e Monteleone sarebbero ancora nel gruppo e a fare da contraltare ai due “fuggitivi” ci sono le dichiarazioni di Ferrara che “gradirebbe” un alleanza con il centrodestra e l’atavica incompatibilità di Messina con il centrosinistra. Le strade rimaste, quindi sono due e appaiono strette e piene di insidie.
Dal quartiere generale, di Calogero Bono, inoltre trapela la notizia, che l’attuale presidente del consiglio saccense, non ha alcuna intenzione di fare accordi in caso di ballottaggio, ritenendoli inutili. Calogero Bono un po come tutti, pensa che al secondo turno, esaurito l’effetto traino dei candidati consiglieri, gli elettori si sentiranno liberi di votare il sindaco che più gli sta simpatico e questo per buona pace dei “consigli” dei loro leader di riferimento.
Quindi a Ferrara, Turturici e Messina, non resta che un alleanza al primo turno con il centro destra, o accontentarsi di fare opposizione con gli eventuali consiglieri che la lista riuscirà a prendere al primo turno. Sperare infatti – almeno al momento – che la Sammarco, con una sola lista alle spalle, possa fare il colpaccio, appare un po’ “complicato”.
Giornalista Direttore responsabile di Fatti&Avvenimenti. Nato a Partinico (PA), ma saccense. Ha sempre vissuto a Sciacca, dove fin da giovanissimo si è appassionato alla politica locale. Scrive da quando aveva 17 anni, scrive di tutto perché “così è giusto che sia”. Ha scritto principalmente per il giornale ControVoce di Sciacca e per il Fatti&Avvenimenti, ma suoi articoli sono apparsi anche sui quotidiani La Valle dei Templi.net, LinkSicilia (MeridioNews), La Voce di New York e tanti altri giornali agrigentini, regionali, nazionali ed internazionali. Da Gennaio 2017 è corrispondente italiano per la rivista francese Lumieres Internationales Magazine. Scrittore a tempo perso. E’ anche uno studente di Giurisprudenza. Coltiva da anni la passione della musica e del canto ed ha una sua band. Non chiedetegli cosa voglia fare da grande, perché non lo sa.