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A Catania le Ong sfidano il governo mentre la “Rise Above” autorizzata a sbarcare tutti i clandestini a Reggio Calabria

“Stiamo seguendo la situazione al porto di Catania. Ci stiamo comportando con umanità ma fermezza sui nostri princìpi. In tal senso impronteremo le prossime azioni”

È quanto ha detto ieri il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in relazione alla linea del Viminale nei confronti delle ong. Belle parole, ma i fatti dicono altro, sia la tedesca Humanity 1, che la Geo Barents di Medici senza frontiera, hanno dichiarato che non ottempereranno alle direttive del governo e non si muoveranno dal porto di Catania, finché l’ultimo clandestino non verrà fatto sbarcare.

Una posizione che almeno dalle mosse successive, sembra avere perforato le certezze del governo, che al grido di “Umanità e fermezza”, ieri ha assegnato il porto di Reggio Calabria alla tedesca Rise Above, con 89 clandestini a bordo, che sbarcheranno tutti senza nessuna selezione, come invece è stato fatto a Catania. La nave è entrata in porto questa mattina, martedì 8 novembre e lo sbarco è in corso. A tutto ciò si aggiunge la quarta nave in attesa dei un porto, la Ocean Viking, bandiera norvegese, di Sos Méditerranée, con 234 clandestini a bordo.

Dipende da quale punto di vista la si guarda, potrebbe essere un’apertura o un cedimento per “sfinimento”. La situazione a Catania è incandescente con i legali della Humanity 1 che presenteranno già oggi due ricorsi: al Tar del Lazio per il mancato rispetto delle norme internazionali e al Tribunale di Catania per consentire ai 35 rimasti a bordo di scendere. Inoltre secondo il deputato dei Verdi, Angelo Bonelli, le ong avrebbero ricevuto dalle autorità italiane la minaccia di una sanzione da 50 mila euro se non lasceranno il porto, sanzione che per l’avvocato di Sos Humanity, Riccardo Campochiaro: “Nel provvedimento in cui si intima al comandante di lasciare Catania non c’è una scadenza”.