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Abbandonato all’età di 3 anni, ritrova il padre 20 anni dopo in ospedale a Caltanissetta


Sembra la trama di un film natalizio “strappalacrime” a lieto fine. Padre e figlio si ritrovano dopo più di vent’anni, quasi per caso, al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.

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Una serie di circostanze casuali, hanno creato una storia più unica che rara. Ieri sera intorno alle 23.00,  all’ospedale Sant’Elia, è arrivato un 64enne di San Cataldo. L’uomo era completamente ubriaco, con il setto nasale rotto, causato da una caduto a terra.

Il personale ospedaliero per medicarlo lo fa stendere su uno dei letti del reparto d’urgenza, ma il paziente in preda ai fumi dell’alcool, non vuole rimanere al pronto soccorso e tenta per ben tre volte di scappare via.

Gli infermieri con l’aiuto di un metronotte, per due volte riescono a trattenerlo, ma la terza volta l’uomo riesce a fuggire, facendo perdere le traccie. Il personale medico, come da prassi, contatta i carabinieri, specificando che il fuggitivo potrebbe essere in pericolo a causa dell’alterata condizione psichica dovuta allo stato di ebbrezza.

I militari, tramite la descrizione, tentano di trovare un parente in grado di dare indicazioni su come trovarlo. Ed alla fine viene rintracciato il figlio 23enne dell’uomo, insieme alla sua compagna, il quale, cadendo dalle nuvole per la convocazione, dichiara di non avere più notizie del padre da quando aveva 3 anni, praticamente quel papà non l’aveva mai conosciuto.

Il giovane, convinto dai carabinieri, si mette alla ricerca del “papà” e poco dopo, proprio come in “Carramba che sorpresa” , viene ritrovato per le strade di San Cataldo.

Tutto bene ciò che finisce bene. I due, dopo oltre 20 anni si sono ricongiunti e poi si sono recati al pronto soccorso, dove l’uomo finalmente ha ricevuto cure e terapie necessarie. Il figlio, nonostante tutto, tra medici e infermieri, ha dichiarato che da adesso in poi si occuperà dl padre.

Lacrime e commozione del personale sanitario colpito dal lieto fine della vicenda e le “campane suonavano a festa”… quest’ultima frase, a dire il vero l’abbiamo aggiunta noi.