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Acqua pubblica agrigentino, ecco l’elenco dei Comuni a favore del “consorzio pubblico” e i contrari


La questione della gestione dell’Acqua nell’agrigentino, se riportarla pubblica o restare con una S.P.A è stata affrontata in una affollata assemblea organizzata dal blogger Raimondo Collura, a cui hanno partecipato diverse associazioni

Con lo slogan “L’acqua è un bene di tutti, non un affare per pochi!”, ieri si è svolta un’assemblea, organizzata dal blogger agrigentino, Raimondo Collura, che ha voluto fare il punto, a pochi giorni dalla riunione dei sindaci che fanno parte dell’Ati idrico, che dovranno decidere la forma societaria della futura gestione.

Mancano pochi giorni all’assemblea territoriale – scrive Collura in una nota stampa – che si presume dovrà decidere la nuova forma di gestione del servizio idrico in provincia di Agrigento e non è dato conoscere nemmeno l’ordine del giorno. Abbiamo più volte ed in diverse sedi sollecitato l’Ati affinché sciogliesse il nodo del riconoscimento della revoca dell’art.147 ai Comuni in possesso dei requisiti che ne hanno fatto richiesta, per una elementare questione di buon senso: infatti, se non sappiamo preliminarmente quanti Comuni continueranno la gestione diretta, non sappiamo nemmeno quale dovrà essere il dimensionamento del nuovo soggetto gestore.

Registriamo in queste ultime settimane il pronunciamento di svariati Comuni, oltre una decina, a favore della costituzione di un’Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico in cui il controllo democratico della gestione sia vissuto come un valore aggiunto, non come un impaccio da evitare.

Registriamo anche il convergere unanime sull’Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico da parte della totalità delle Associazioni, gruppi sociali e del Forum Regionale per l’Acqua Pubblica ed i Beni Comuni, che in modo compatto considerano l’Azienda

Speciale lo sbocco più coerente al referendum popolare del 2011.
Rispetto a questo scenario, chiediamo pubblicamente che venga garantita trasparenza, linearità e pubblicità al percorso che porterà la comunità agrigentina al nuovo assetto della gestione idrica: trasparenza e linearità che oggi non vediamo, se è vero come è vero che è un’impresa sapere perfino l’ordine dei lavori, ogni ipotesi è avvolta in un limbo di indeterminatezza, il condizionale è d’obbligo e si procede a ritmo di incontri riservati tra pochi intimi.

I dirigenti dell’Ati ed i soggetti che ne influenzano l’operato sappiano che la scelta dell’Ati avrà sicure ripercussioni sulla vita delle popolazioni e le comunità devono essere coinvolte e rese partecipi se vogliamo promuovere un uso trasparente, responsabile e partecipato della risorsa idrica. Per tutti i comuni della Provincia si avvicina Il tempo di prendere decisioni importanti sulla scelta del gestore che dovrà sostituire Girgenti Acque”.

Di seguito l’elenco aggiornato ad oggi, con l’orientamento dei vari comuni dove si sono svolte discussioni pubbliche e dove ancora devono svolgersi.

Questi i Comuni che sono a favore dell’Azienda Consortile speciale:
Licata, Montevago, Naro, Joppolo, Canicattì, Raffadali, Favara, Realmonte.

Questi i Comuni che sono a favore art.147 o Azienda Consortile speciale:
Palma di Montechiaro, Aragona, Menfi.

Questi i Comuni che sono ancora in attesa di una pronuncia del consiglio comunale aperto:
Agrigento, Racalmuto, Porto Empedocle, Grotte, Comitini, S. Margherita Belice (art.147).

Infine Sciacca la cui giunta è guidata dal sindaco Francesca Valenti, dove il consiglio comunale è stata effettuato, ma non si è arrivati ad una pronuncia.