L’Ass. Aronne denuncia: “Veleno usato ancora oggi per gestire il fenomeno del randagismo che nasce a causa degli abbandoni, il randagismo di seconda generazione non esiste”
E’ stato ritrovato ad Agrigento, precisamente in Via degli Imperatori a San Leone, questa mattina attorno alle 7:00 la carcassa di un cane – pare un molossoide – morto e con una densa bava bianca alla bocca, evidente sintomo di avvelenamento. Inoltre, orecchie e coda erano state precedentemente recise, probabilmente in modo artigianale e molto doloroso per il povero animale.
A denunciarlo a noi di Fatti&Avvenimenti.it è stato Emanuele Cipolla, uno dei volontari dell’Ass. animalista Arone che ha ritrovato l’animale morto: “Una nostra volontaria lo ha ritrovato attorno alle 7:00, purtroppo non ha potuto fare nulla se non constatare il decesso del cane. La prima cosa che abbiamo notato è stata la bava bianca attorno alla bocca che ci fa pensare si tratti di avvelenamento, inoltre – come si vede dalle foto – il cane presentava orecchie e coda tagliate artigianalmente, che oltre ad essere un gravissimo maltrattamento per l’animale è anche reato”.
“Purtroppo – ha continuato Cipolla – il veleno viene ancora considerato uno strumento utile al controllo del fenomeno del randagismo da certi soggetti incivili”. Dall’associazione ipotizzano inoltre che il cane possa essere stato usato per la pastorizia.
Per l’Ass. Aronne il randagismo ad Agrigento e nell’hinterland è un problema grave, affrontato male dalle istituzioni ed in aumento, anche a causa del blocco delle chippature in provincia che avrebbe generato un aumento di abbandoni. Abbandoni, che secondo l’Associazione animalista agrigentina, sarebbero la prima causa di randagismo, secondo i volontari infatti il cosidetto “randagismo di seconda generazione” – ovvero i cani randagi nati da soli in natura da cani già randagi – sarebbe un problema assolutamente residuale; se il randagismo aumenta è perché aumentano gli abbandoni.
Chiaramente, adesso la speranza è quella che l’avvelenamento di questo povero cane sia un caso isolato e non il primo sintomo di un criminale abbandono di “polpette avvelenate” sul territorio.
Giornalista Direttore responsabile di Fatti&Avvenimenti. Nato a Partinico (PA), ma saccense. Ha sempre vissuto a Sciacca, dove fin da giovanissimo si è appassionato alla politica locale. Scrive da quando aveva 17 anni, scrive di tutto perché “così è giusto che sia”. Ha scritto principalmente per il giornale ControVoce di Sciacca e per il Fatti&Avvenimenti, ma suoi articoli sono apparsi anche sui quotidiani La Valle dei Templi.net, LinkSicilia (MeridioNews), La Voce di New York e tanti altri giornali agrigentini, regionali, nazionali ed internazionali. Da Gennaio 2017 è corrispondente italiano per la rivista francese Lumieres Internationales Magazine. Scrittore a tempo perso. E’ anche uno studente di Giurisprudenza. Coltiva da anni la passione della musica e del canto ed ha una sua band. Non chiedetegli cosa voglia fare da grande, perché non lo sa.