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Al via grandi esercitazioni militari Sud Corea-USA. Corea del Nord: “E’ preparazione alla guerra”

Stati Uniti e Corea del Sud danno il via all’Ulchi-Freedom Shield (UFS), una serie di imponenti esercitazioni militari e di difesa civile su larga scala nella penisola coreana e dintorni, definita “la più grande esercitazione congiunta” dall’incontro Trump – Kim

Si chiama “Ulchi-Freedom Shield” (UFS), l’esercitazione congiunta partita ieri – che viene ripetuta annualmente – e prevede un programma di 13 addestramenti sul campo, inclusa un’esercitazione per verificare la piena capacità operativa delle forze sudcoreane in caso di attacco da parte di Pyongyang.

Tuttavia quest’anno l’esercitazione avverrà in grande stile, tanto che Bloomberg l’ha definita “la più grande esercitazione dal summit Trump-Kim”. E del resto non c’è da stupirsi: la Corea del Nord – oltre ad avere storicamente pessimi rapporti con gli USA – è anche uno stato amico della Russia – forse ancor più che della Cina – il che rende entrambe le nazioni acerrime nemiche del presidente USA Joe Biden, ai ferri corti con Mosca da inizio mandato ed oggi con la situazione Ucraina più che mai.

A questo bisogna unire il deciso “cambio di rotta” sudcoreano nei rapporti con Pyongyang. L’ex presidente Moon Jae-in aveva infatti spinto per normalizzare il dialogo con la Corea del Nord, l’attuale presidente Yoon Suk-yeol, successore di Moon, pare invece preferire una politica di deterrenza militare contro la Corea del Nord.

Pyongyang, dal canto suo, ha espresso forti critiche verso l’esercitazione Sud Corea-USA di quest’anno, descrivendola come una vera e propria preparazione alla guerra da parte delle due nazioni.

Sul caso è intervenuto l’ex direttore del National Intelligence Service sudcoreano Park Jie-won in un’intervista alla radio KBS affermando che il leader nordcoreano Kim Jong-un: “non fingerà che non sia successo nulla”. In Corea del Nord, tali esercitazioni militari sono viste come una “prova di guerra”. Secondo Park Jie-won, Pyongyang potrebbe “mettere in scena una provocazione” per dimostrare la sua protesta contro le esercitazioni di Seoul e Washington.

Nella stessa intervista l’ex capo dell’intelligence sudcoreana ha paventato la possibilità che Pyongyang svolga nuovi test di missili nuclare poco prima della elezioni di medio-termine USA, al fine di fare pressione su Washington e dimostrare le proprie capacità militari e tecnologiche.