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Ambrogio e Di Paola. Parco giochi del Museo del Carnevale chiuso: “E’ barbarie culturale”


“Non troviamo più aggettivi per definire la vergognosa situazione del parco giochi del museo del Carnevale: insensibilità, indifferenza, inefficienza , negligenza, sono soltanto alcuni dei termini che ci sentiamo di associare ad una situazione che denunciamo ormai da mesi”.

Così oggi i consiglieri al civico consesso saccense Giuseppe Ambrogio e Simone Di Paola, intervenendo sul caso della chiusura del parco giochi del Mucas, sito in zona Perriera.

“Abbiamo più volte detto che una città la quale offre alle famiglie e ai loro bambini un solo parco giochi dove poter trascorrere qualche ora di serenità e di gioco, non può dirsi civile; se poi l’amministrazione comunale di quella città non riesce nemmeno a garantire una costante e regolare apertura di questo unico spazio destinato ai nostri figli andiamo oltre l’inciviltà, che diventa autentica barbarie culturale, perché barbara è una comunità che non si occupa dei più piccoli. Qualche settimana addietro un assessore di questa città, riscontrando una nostra sollecitazione, l’ennesima sul tema, dopo il solito ridicolo richiamo alle amministrazioni precedenti, che ormai è diventato un disco rotto, ha voluto rassicurare pubblicamente le famiglie che personalmente si sarebbe assicurato che il parco giochi in restasse aperto e fruibile costantemente; cosa che puntualmente non si è verificata e continua a non verificarsi.

Ce ne sarebbe abbastanza per chiedere e pretendere le dimissioni dell’assessore al ramo – tuonano i due consiglieri – ed un intervento nei confronti dei Dirigenti e funzionari competenti alla materia, i quali evidentemente non riescono nemmeno a garantire l’ordinario.

Ma siccome sappiamo tutto ciò non accadrà, visto che gli attuali amministratori comunali sono attaccati alla loro sedia con l’attack e non la mollerebbero nemmeno sotto tortura, ci rivolgiamo alla città e a quelle famiglie cui viene negato il diritto a poter usufruire del l’unico spazio destinato ai loro figli, affinché uniscano la loro voce di protesta alla nostra e facciano sentire tutto il dissenso e l’indignazione per uno stato di cose che, come detto , offende uno dei diritti più sacrosanti di una comunità, quello cioè occuparsi dei più piccoli, di chi ha bisogno di spazi e servizi tali da poter crescere in serenità e in sicurezza.

Ci rivolgiamo a quel pezzo di città che non ne può più di questo andazzo, – concludono – che immagina finalmente di vivere in un contesto dove i bambini siano davvero una priorità; ci rivolgiamo a chi ne ha le tasche piene dei soliti proclami dell’assessore di turno, buoni solo a mettere il tappo in bocca a chi protesta per qualche settimana, salvo poi infischiarsene bellamente della questione, affinché alzino la voce dicendo chiaro e tondo che Sciacca non è questa è non intende farsi prendere oltre in giro”.