Anche a Sciacca e nell’agrigentino le arance del Sud Africa: a 1 euro al kg, in una catena di supermercati


Dello “sbarco” in Sicilia delle arance “Valencia”, importate dallo Zimbawe e dal sud africa in generale, ne avevamo parlato ieri, con un’intervista a Giuseppe Pasciuta, presidente del Consorzio di Tutela dell’Arancia Dop di Ribera e vicepresidente del Distretto Agrumi di Sicilia

Le arance della “discordia”, individuate inizialmente in una catena di supermercati del catanese, proprio ieri sono state acquistate anche in uno dei punti vendita di un’altra grossa catena europea di supermercati presente in provincia di Agrigento. A Catania il prezzo al banco è di 1 euro e 79 cent., mentre a Sciacca sono in “offerta” ad un 1 euro. Un prezzo davvero allentante per un prodotto che, a dirla tutta, si presenta bene, sia in confezionamento, che nella qualità dell’arancia: ovviamente non è la washington navel di Ribera, tutt’altra cosa per gusto e forma, ma che comunque è apprezzabile.

Il consumatore attratto dal prezzo competitivo e dalla buona qualità, non va per il “sottile” e li acquista. Una tragedia per il prodotto locale? Pare di no. Giuseppe Pasciuta, nell’intervista di ieri a noi di Fatti&Avvenimenti.it , ha spiegato bene, che proprio questo tipo di importazione, non danneggia la produzione locale, in primis, perché in questo periodo le nostra arance non sono ancora pronte, le arance di Ribera infatti, sono mature verso novembre, proprio quando termina la produzione di quelle del sud Africa, quindi i due prodotti di fatto, non vanno mai in concorrenza, se non per qualche giorno.

D’altronde, le catene di supermercati, avendo richiesta, non trovando il prodotto in loco, lo prendono dove c’è disponibilità: “è il mercato bellezza”, direbbe Matteo Renzi. Quindi tutto bene? No, ieri Pasciuta ha spiegato che il prodotto locale e siciliano con le sue molteplici varietà è al Top per la qualità, unica ed inimitabile, ma purtroppo, come spesso accade in altri settori del sud Italia, manca l’organizzazione.

Rete di vendita, distribuzione, canali mediatici e quant’altro, attualmente vanno molto bene in Europa, ma a livello globale necessitano di grossi miglioramenti per andare in seria competizione con i concorrenti anche africani, che – sembra strano dirlo – sono meglio organizzati. Ed è proprio su questo fronte che bisogna lavorare, biasimarsi o demonizzare il concorrente non serve a nulla: è la dura “Lex” del mercato.