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Armi italiane a Kiev. “Fermare le armi nei porti di Trieste e Monfalcone”: Sindacato USB proclama stato di agitazione

Il sindacato pronto a promuovere uno sciopero permanente delle movimentazioni di materiale bellico

“I lavoratori portuali non accetteranno mai di imbarcare armamenti ed esplosivi!” A dirlo oggi è Massimiliano Generutti, Esecutivo Regionale dell’Unione Sindacale di Base USB del Friuli Venezia Giulia.

La USB non è nuova a questo genere di manifestazioni, proprio l’Unione Sindacale di Base a Marzo 2022 aveva segnalato “Armi dirette agli ucraini mascherate da aiuti umanitari da aeroporto di Pisa”.

È di oggi invece un’informativa di movimentazione nel Porto di Monfalcone di mezzi militari di logistica ma anche di mezzi offensivi (obici) con “ignota destinazione”.

USB del Friuli Venezia Giulia ha immediatamente proclamato lo stato di agitazione nei Porti di Trieste e Monfalcone e chiesto immediati chiarimenti all’Autorità Portuale e ai Prefetti di Trieste e Gorizia.

“La dichiarazione recente del ministro Urso che vorrebbe Trieste come porto al servizio dell’Ucraina trova USB perfettamente d’accordo -scrivono dal sindacato – ma su un’iniziativa organica che favorisca la ricostruzione di un paese martoriato dalla guerra, non per alimentare ancora morte e distruzione”.

Per USB è necessario un tavolo permanente di trasparenza e monitoraggio promosso dall’Autorità Portuale di Sistema, per essere messi a conoscenza del materiale bellico di passaggio, le destinazioni e la tipologia. “Il porto di Trieste è e deve essere un porto di pace, di unione tra popoli!”

“I portuali triestini non accetteranno mai di imbarcare armamenti ed esplosivi e noi come USB siamo pronti a dare copertura formale a tutti i portuali promuovendo uno sciopero permanente delle movimentazioni di materiale bellico”.