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ARS. 2milioni di euro di “buona uscita” ai 54 deputati non rieletti: ben 37mila euro ognuno


Uno dei “magici” effetti anche dopo la Riforma “lacrime e sangue”- solo per i cittadini – del 2014 sui costi della politica all’Ars: anche se non fanno nulla devono essere pagati.

Un sacrificio pesante, anzi pesantissimo per la politica, che infatti darà 37mila e 500 euro in qualità di “maxi liquidazione” a tutti e 90 gli onorevoli uscenti, compresi anche i 54 deputati regionali non rieletti durante la tornata elettorale del 5 novembre, che percepiranno in totale circa due milioni di euro, che per tutti i 90 arriva ad un costo complessivo di oltre 3milioni e 300mila euro per le casse del Parlamento Regionale. Ovviamente questi sono dati “complessivi”, senza tenere conto che alcuni deputati durante la legislatura hanno chiesto anticipazioni rispetto alla liquidazione e dunque adesso incasseranno di meno, avendoli già incassati prima.

Circa 37mila e 500 euro formati da due assegni: 26.400 euro circa di liquidazione – anche detto “assegno di fine mandato” – e 11.100 euro relativo all’ultimo stipendio – diciamo uno “stipendio extra” formato da 6600 euro di stipendio + diaria – maturato malgrado la legislatura sia finita ed il nuovo parlamento regionale sia già stato eletto: per la legge infatti, la “vecchi ARS” rimane, almeno formalmente, in carica fino all’insediamento del nuovo Parlamento, ma ovviamente senza compiti nè obblighi di riunirsi, se non quello – appunto – di percepire lo stipendio.

A questo punto l’unico “taglio vero” è quello che ha ridotto i parlamentari in seno all’Assemblea Regionale Siciliana da 90 a 70. Un taglio che da questa nuova legislatura 2017 in poi risparmierà 20 stipendi e 20 liquidazioni di fine mandato, che comunque significano anche 20 eletti del popolo in meno all’Ars; a questo punto sorge un dubbio: non avrebbero potuto restare 90 deputati e diminuirsi solo stipendi e liquidazioni? Misteri della politica.