Il leader ceceno Kadyrov invoca l’unità nella fedeltà alla Russia e a Putin mentre Wagner e Ministero della Difesa sono ai ferri corti e sulla tavolo c’è la simbolica e strategica presa di Bakhmut
Prigozhin comunica in video che la Wagner combatterà a Bakhmut fino alla mezzanotte del 9 maggio e poi si ritirerà se non arriveranno le munzioni richieste
A Bakhmut le forze russe, rappresentate dalla Wagner di Prigozhin, avanzano ancora malgrado la controffensiva ucraina in atto: su 45 chilometri quadrati di città, solo 2,52 rimangono sotto il controllo ucraino; eppure le cose vanno malissimo a causa delle beghe interne. Si è arrivati all’ultimatum: o arrivano munizioni nella quantità richiesta o la Wagner si ritira dalla primalinea di Bakhmut alla mezzanotte del 9 maggio – data della Giornata della Vittoria in Russia –; ma il posto non sarà lasciato vacante, subentreranno le truppe speciali cecene “Akhmat” di Kadyrov.
Prigozhin afferma che a “Wagnerland” – nuovo soprannome di Bakhmut -: “Il nemico dispiega ogni giorno da 400 a 600 persone, lo stesso numero viene ucciso. Le unità di PMC Wagner lavorano di pari passo. Il nemico non risparmia le munizioni di artiglieria. È apparso un numero sufficiente di vari veicoli corazzati di fabbricazione straniera, un gran numero di droni. Il nemico è ben equipaggiato, ben addestrato, agisce all’unisono e resiste con dignità, quindi andiamo avanti”.
I problemi tra Prigozhin e Shoigu e la “fame di munizioni”
Ma il problema a Bakhmut non è la guerra con gli ucraini, ma la coesione delle forze russe: Yevgeny Prigozhin è furioso, ieri ha affermato che i suoi uomini muiono a causa delle mancanza di munizioni per artiglieria e altro materiale e precisa che il problema non è legato alla ridotta quantità di armi disponibili nell’esercito russo, ma al fatto che il ministero della Difesa russo abbia deliberatamente deciso di fornire poche munizioni alla Wagner.
A tal proposito ha registrato anche un cruentissimo video con i cadaveri dei soldati Wagner rimasti uccisi durante i combattimenti a Bakhmut dove non ha lesinato insulti pesantissimi verso il ministro Shoigu ed il capo di stato maggiore Gerasimov: “Checche! Abbiamo una carenza di munizioni del 70%. Shoigu, Gerasimov, dove fanculo sono le munizioni? Guardateli! Cani! Pensate di essere i padroni di queste vite e di avere il diritto di disporne come volete. Pensate che se avete i magazzini delle munizioni, allora ne avete diritto. Chi risponderà per i ragazzi morti?”
“Per decine di migliaia di morti e feriti davanti alle loro madri e ai loro figli, saranno ritenuti responsabili, raggiungerò questo obiettivo”, ha poi aggiunto Prigozhin in un nuovo video, affermando che avrebbe cercato di consegnare alla giustizia i responsabili della “fame di munizioni” identificati nel ministro della Difesa Shoigu e il capo di stato maggiore Gerasimov.
Poco dopo, sempre ieri, è arrivata la notizia che il Consiglio dei comandanti del PMC “Wagner” ha deciso di mantenere posizioni e continuare l’offensiva su Bakhmut solo fino al 10 maggio 2023, al fine di celebrare la festa sacra per i russi del 9 maggio, ossia il Giorno della Vittoria: “Ci leccheremo le ferite e quando la Patria sarà in pericolo, ci alzeremo di nuovo in sua difesa. Il popolo russo può contare su di noi”, ma il ritiro dal fronte di Bakhmut è deciso “perché in assenza di munizioni – i soldati Wagner – sono condannati a una morte insensata”.
Le dichiarazioni di Prigozhin e sopratutto il video con i cadaveri dei suoi soldati hanno avuto una grande eco medicatica, tanto che anche il Cremlino ha visto il video, su ammissione del portavoce presidenziale Peskov – il cui figlio si è anche arruolato con Wagner -, ma non ci sono stati commenti ufficiali se non che l’argomento sarebbe stato sollevato ieri al Consiglio di sicurezza della Federazione Russa con la partecipazione del presidente Putin.
Un commissario statale per la Wagner?
A quel punto una notizia è uscita dal Ministero della Difesa russo: l’ex vice ministro della Difesa Mikhail Mizintsev sarebbe diventato vice comandante delle truppe del Gruppo Wagner. Mizintsev, prima delle dimissioni responsabile della logistica delle forze armate russe, era considerato un generale di combattimento e infatti era responsabile delle operazioni a Mariupol. Fonti del ministero della Difesa hanno sostenuto che il generale Mizintsev sarebbe dovuto diventare “un commissario di Shoigu presso Prigozhin”, cosa che oltretutto ha lasciato presuppore la possibilità di un futuro assorbimento della compagnia militare privata da parte del Ministero della Difesa russo.
Tuttavia tale notizia è stata smentita dalla Wagner, secondo cui nessuna comunicazione in tal senso sarebbe arrivata dal ministero. Inoltre Prigozhin oggi ha affermato che la “fame di munizioni” non è cambiata nelle ultime 24 ore.
Ramzan Kadyrov: “l’uomo di pace”
Vedendo la situazione precipitare, a metterci una pezza è corso il leader ceceno e capo delle forze speciali “Akhmat”, Ramzan Kadyrov, che ieri sera ha scritto pubblicamente su Telegram: “Se il fratello maggiore Prigozhin e Wagner se ne andranno, lo stato maggiore perderà un’unità di combattimento esperta e suo fratello minore Kadyrov e Akhmat andranno al loro posto ad Artyomovsk – nome in Russia di Bakhmut”.
Ma Kadyrov non si è limitato a offrirsi per prendere il posto di Prigozhin, ma ha praticamente bacchettato Shoigu, scrivendo: “Mi rivolgo al ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, al capo di stato maggiore delle forze armate russe e al creatore del Wagner PMC. È spiacevole per me, come per tutti coloro che non sono indifferenti al destino del nostro Paese, ascoltare le ultime dichiarazioni di Yevgeny Viktorovich – Prigozhin -, ed è doppiamente spiacevole che la dirigenza del Ministero della Difesa russo non commenti o non si incontri con la direzione della Wagner PMC per prendere qualsiasi decisione o chiarimento. Dopotutto, Prigozhin merita rispetto per l’inestimabile contributo dei wagneriani alla liberazione delle città del Donbass. Se c’è carenza di munizioni, allora è necessario spiegarla e dimostrarla, sulla base del quale i comandanti correggeranno almeno le future tattiche delle unità Wagner, senza fare affidamento sull’artiglieria”.
Il leader ceceno ha anche chiesto più pacatezza a Prigozhin: “filmare i corpi dei compagni morti per il bene della protesta pubblica … è sbagliato. Non facciamolo mai…”
“State boni” e “volemose bene” sotto la guida di Putin
Nel suo intervento Kadyrov ha anche scritto che “non passa giorno che – il comandante delle sue truppe – non abbia problemi. Ma non una volta Apty Aronovich – il comandante sul campo di Akhmat – lo ha dichiarato pubblicamente via Internet, ma solo attraverso una comunicazione interna con la leadership. Prendo atto che il Ministero della Difesa e lo Stato Maggiore, salvo rare eccezioni, hanno sempre incontrato e aiutato le unità cecene. E le incomprensioni sono sempre presenti nella normale vita civile, per non parlare della guerra, dove SEMPRE non ci sono abbastanza munizioni!
Spero davvero che Sergei Kuzhugetovich – Shoigu – ascolti la mia chiamata e venga dato un ordine allo Stato Maggiore di recarsi sul posto e sistemare le cose. Questa è l’unica e militaresca via d’uscita dalla situazione. Le unità cecene combatterono fianco a fianco con i wagneriani nelle zone più difficili di Popasnaya, Severodonetsk, Lisichansk e altri insediamenti del Donbass. Insieme hanno svolto un sacro dovere verso la Patria senza divisione in nazionalità o fede. Gli interessi dello Stato e la sicurezza del Paese devono venire prima di tutto. E quando l’Operazione Militare Speciale finirà, vorrei che tutti noi fossimo vincitori, ogni combattente, ogni comandante, ogni patriota russo. Insieme. Sì, se il fratello maggiore Prigozhin e “Wagner” se ne andranno, lo stato maggiore perderà un’unità combattente esperta, e suo fratello minore Kadyrov e “Akhmat” verranno al suo posto ad Artyomovsk. Se lo scenario è ancora così, allora i nostri combattenti sono pronti ad avanzare e ad occupare la città. È questione di ore. Ma vorrei che prendessimo i restanti due chilometri della città non a costo della vita dei soldati, ma come risultato della comprensione reciproca, del sostegno, della determinazione del comando e dei combattenti a soddisfare l’ordine del Comandante Supremo -Capo della Russia Vladimir Vladimirovich Putin”.
Al momento non si registrano cambiamenti nei rapporti tra Shoigu e Prigozhin, ma Wagner ha comunicato con una lettera al ministero della Difesa che è pronta a consegnare il fronte di Bakhmut alle truppe cecene il prossimo mercoledì 10 maggio.