⦿ Ultim'ora

Barcellona (Me). Le scintille di un flex la causa dell’esplosione della fabbrica fuochi pirotecnici con 5 morti e 2 feriti


Sarebbero state le scintille di un flex a provocare l’esplosione della fabbrica di fuochi pirotecnici che ha causato la morte di cinque persone ed il ferimento di altre due

A meno di 24 ore dalla terribile esplosione avvenuta ieri pomeriggio intorno alle 16.30 in contrada Femminamorta, lungo la SS113, tra Merì e la cittadina del Longano, a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, il Nucleo Investigativo Antincendi del Corpo dei vigili del fuoco, ha già una pista chiara sulla causa che avrebbe innescato la strage.

La doppia esplosione sarebbe stata causata dalle scintille prodotte da un flex utilizzato dagli operai di una ditta esterna per lavori di saldatura per sistemare dei cancelli e non una saldatrice come si pensava in un primo momento.

Le vittime dell’esplosione sono cinque, Venera Mazzeo, 71 anni, moglie del titolare Vito Costa e quattro operai dipendenti di una impresa esterna d’infissi che stavano utilizzando saldatrice e flex: Mohamed Taeher Mannai, 39 anni, tunisino in Italia da 10 anni, Giovanni Testaverde, 34 anni, Fortunato Porcino, 36 anni, Vito Mazzeo, 23 anni.

Altre due persone, Bartolomeo Costa, 37 anni, figlio del titolare e Antonio Bagnato, che lavora nella ditta, sono rimasti feriti e trasportati con mezzi di fortuna all’ospedale “Cutroni Zodda” di Barcellona, dove a causa delle gravi ustioni riportate in tutto il corpo, i medici hanno optato per il loro trasferimento al Centro Grandi ustionati di Catania.

Secondo questa nuova ricostruzione, i quattro operai deceduti, stavano eseguendo dei lavori su un cancello con saldatrici e flex è proprio le scintille di quest’ultimo sarebbero arrivate in un casa dove si trovava la polvere pirica innescando le esplosioni.

L’inchiesta per strage colposa condotta dal procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti, conferma che fossero in corso dei lavori di manutenzione eseguiti dai quattro operai della ditta esterna che stava facendo lavori di saldatura per la sistemazione di cancelli alla struttura, che secondo quanto dichiarato dal magistrato al Tgr Rai Sicilia era “adibita a fabbrica di fuochi, e dico adibita perché non era nata per esserlo e i lavori si stavano facendo proprio per mettere le strutture in sicurezza”.

La struttura era composta da sedici locali separati su cui incombeva l’obbligo della messa in sicurezza, “per questo – continua il procuratore – stava intervenendo la ditta esterna e gli operai stavano sistemando alcuni cancelli con delle saldature”. L’esplosione quindi sarebbe dovuta “a una poca attenzione”.