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Berlusconi “frena” Meloni: No a ministri tecnici e per Tajani Salvini può scegliere qualsiasi ministero

Forza Italia e Lega stanno lavorando ai “fianchi” del premier in pectore Giorgia Meloni e con accordi più o meno ufficiali stanno condizionando la composizione del nuovo governo

Ad aprire le danze ieri è stato non uno qualunque, ma Antonio Tajani che ha detto che per Forza Italia, Salvini può fare il ministro “di qualsiasi dicastero, a scegliere deve essere lui”, dando di fatto l’Ok a quello che il leader della Lega vuole a tutti i costi: il Viminale. Ma è evidente che non si tratta di una cortesia ma di una accordo-scambio. Tajani infatti lascerebbe gli Interni a Salvini per avere per se il ministero degli Esteri e per curriculum ed esperienza, l’ex presidente del Parlamento europeo alla Farnesina si vedrebbe bene, va da se quindi che “promuovere” Salvini al Viminale appare un “favore” reciproco.

Ma non è tutto, a turbare il sonno di Giorgia Meloni ieri ci ha pensato lo stesso Silvio Berlusconi in un lungo faccia a faccia ad Arcore con la leader di Fratelli d’Italia. Secondo quanto riportato dal Giornale diretto da Augusto Minzolini, testata “molto vicina” al centrodestra, il leader di Forza Italia avrebbe messo qualche paletto sul percorso di composizione della squadra di governo ed in particolare Berlusconi avrebbe chiesto di escludere dal governo i “tecnici puri“.

Le caselle in discussione sono due, quella degli Esteri, ambita da Tajani, ma sulla quale aleggia il nome della Belloni e quella del ministero dell’Economia, dove da giorni circola il nome di Fabio Panetta, attualmente membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. Berlusconi ha subito stoppato i tecnici esterni, che oltretutto darebbero l’impressione che anche il nuovo governo sia “gestito” da Bruxelles.