La fumata bianca attesa da Zelensky non c’è stata, Biden e Starmer hanno deciso di “non decidere” sulla sua richiesta di autorizzare l’uso di missili a lungo raggio per colpire il territorio russo: evidentemente le pesanti parole di Putin hanno pesato sulla decisione
Dall’atteso incontro di ieri venerdì 13 settembre alla Casa Bianca tra il Presidente degli Stati Uniti e il Primo Ministro britannico non è uscita una decisione dopo le minacce di Putin alla Nato, definite da Joe Biden “incredibilmente pericolose”. L’incontro tra i due leader, alla fine non ha prodotto l’annuncio sperato da Kiev. Tutto rinviato all’Assemblea generale dell’Onu dove se ne discuterà con gli alleati che sulla questione sono spaccati.
Il primo ministro britannico Keir Starmer era arrivato all’incontro con il chiaro intento di ricevere il benestare del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che evidentemente preoccupato dalle chiare minacce del presidente russo Vladimr Putin di scatenare una guerra con la NATO, ha preferito rinviare la decisione se consentire o meno all’Ucraina di lanciare missili a lungo raggio forniti dall’Occidente contro la Russia. Starmer ha detto ai giornalisti alla Casa Bianca di aver avuto una “ampia discussione sulla strategia” con Biden, ma che “non si trattava di un incontro su una particolare capacità. Alla fine dell’incontro, i leader laburista ha chiarito che lui e Biden discuteranno il piano all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York la prossima settimana “con un gruppo più ampio di persone”.
Grande delusione per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che aveva accusato i suoi alleati occidentali di avere “paura” di sollevare la possibilità di abbattere droni e missili russi in Ucraina, in un momento in cui il suo Paese sta affrontando un aumento degli attacchi aerei e non aveva torto. Zelensky ha comunque annunciato che incontrerà Biden questo mese per presentargli “un piano per la vittoria” dell’Ucraina.
Biden quasi a volere giustificare la sua “non decisione” ha detto: “Non penso molto a Putin”, rispondendo a una domanda sulle minacce del presidente russo di una possibile guerra tra Russia e NATO, ma nei fatti le parole di Putin hanno raggiunto lo scopo. Il ragionamento del presidente russo d’altronde è stato molto chiaro: l’Ucraina anche se ha i missili non può raggiungere gli obiettivi in territorio russo, a meno che gli Stati Uniti con i loro satelliti non forniscano le coordinate su dove colpire. È evidente quindi che se dai coordinate e missili, la NATO è il mandante ed entra in guerra con la Russia, che dovrà rispondere “in maniera adeguata”.
Zelensky ormai allo sbando, con il suo esercito che continua ad arretrare nel Donbass e non solo, con i russi che hanno iniziato una feroce controffensiva nel Kursk, chiede ai suoi alleati di permettergli di attaccare obiettivi militari sul suolo russo considerati “legittimi”, come le basi aeree da cui decollano gli aerei che bombardano l’Ucraina, anche dal pentagono hanno più volte detto che “nessuna arma potrà cambiare le sorti della guerra”.
Redazione Fatti & Avvenimenti