Biden aveva promesso di non interferire nei processi del figlio ed escluso eventuali provvedimenti di clemenza, ma davanti al rischio di una condanna a 16 anni di carcere, firma la grazia piena e incondizionata valida per tutti i reati eventualmente commessi dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2024
Il presidente, 50 giorni prima della fine del suo mandato, sistema anche gli affari di famiglia e firma la grazia “piena e incondizionata” al figlio Hunter, che rischiava, anzi era quasi certa una condanna che poteva arrivare a 16 anni di carcere. Una mossa che ha innescato la reazione del presidente eletto Donald Trump, che con un post su Truth ha commentato provocatoriamente la decisione di Joe Biden: “La grazia concessa da Joe a Hunter include anche gli ostaggi del 6/1, ormai imprigionati da anni?”, ha chiesto Trump, riferendosi alle persone condannate per aver partecipato all’assalto di Capitol Hill del 6 gennaio 2021 dopo la vittoria di Biden alle precedenti elezioni presidenziali. Il tycoon ha inoltre definito la decisione di Biden “un abuso e un errore di giustizia”.
La grazia ovviamente, visto che la decisione è stata presa nel weekend trascorso con tutta la famiglia a Nantucket per Thanksgiving, è stata immediatamente accettata dal figlio, che attendeva la sentenza di due processi istruiti da un procuratore speciale (nominato dal dipartimento di giustizia dell’amministrazione Biden), attese per dicembre, nelle quali rischiava fino a 16 anni di carcere.
Nello specifico, il 12 nel tribunale del Delaware per aver acquistato illegalmente una pistola omettendo di dichiarare la sua dipendenza dagli stupefacenti, e il 16 in California per aver evaso almeno 1,4 milioni di dollari di tasse tra il 2016 e il 2019, soldi che sono stati spesi in “droga, escort, sex club, hotel di lusso e proprietà in affitto, auto costose, vestiti e altri oggetti di natura personale”. Imputazioni, le ultime, per le quali Hunter aveva ammesso la propria colpevolezza confidando in una pena ridotta.
Biden ha cercato di spiegare il suo atto in una lunga nota diffusa dalla Casa Bianca, nella quale sostiene che il figlio è stato perseguito in modo “selettivo e ingiusto”, su pressioni degli avversari politici, per colpire lui. Insomma, una persecuzione politica, lo stesso argomento usato da Donald Trump per i suoi casi. “Credo nel sistema giudiziario ma… credo anche che la politica senza regole lo abbia infettato e abbia portato a un errore giudiziario”, è infine “la verità” che Biden consegna agli americani, sperando che “capiscano perché un padre e un presidente sono giunti a questa decisione”.
Una spiegazione che sa di arrampicata sugli specchi, sui quali si scivola, il figli ha ammesso le proprie responsabilità, quindi è colpevole e non vittima di persecuzione, ma come si dice a Napoli, “i figli so pezze e core” e poi per Biden padre, la carriera politica è omai finita.
Redazione Fatti & Avvenimenti