“Non ci ritireremo dall’asse di Filadelfia in nessun caso, ho informato Blinken che continueremo fino alla distruzione di Hamas”
Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un incontro con le famiglie degli ostaggi, come riporta ynet, smentendo di fatto il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che ieri ha annunciato da Tel Aviv il supporto di Israele alla “proposta ponte” illustrata nei giorni scorsi, invitando il gruppo palestinese a fare altrettanto.
Secondo molti media, uno degli ostacoli sono state le richieste di Benjamin Netanyahu che Israele mantenga il controllo militare su quello che è noto come corridoio Filadelfia al confine tra Egitto e Gaza. Inoltre il premier israeliano si è rifiutato di dare ai suoi negoziatori spazio sufficiente per concludere un accordo con Hamas.
Proprio il ritiro dal corridoio Filadelfia, tra Gaza e l’Egitto, è uno dei punti chiave dei colloqui per l’accordo sulla tregua e il rilascio degli ostaggi, inoltre Hamas ha chiesto il ritiro completo dell’Idf e come se non bastasse a certificare il quasi certo fallimento della trattativa, oggi Hamas in una nota ha detto che l’ultima proposta presentata al recente round negoziale per un accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza comprende nuove condizioni che contraddicono la cornice di intesa concordata il 2 luglio scorso. Cambiando i termini dell’accordo, gli Stati Uniti stanno accogliendo le richieste di Israele, consentendogli di “commettere altri crimini contro civili indifesi, nel perseguimento degli obiettivi di sterminio e sfollamento del nostro popolo”, recita la nota riportata da al Jazeera.
Nonostante Blinken continui ad invitare il movimento ad accettare l’ultima proposta, Hamas in una nota accusa gli americani “di avere una posizione rispetto all’occupazione sionista di piena collaborazione nell’aggressione e nella guerra genocida contro i civili disarmati nella Striscia di Gaza, nonché i tentativi di eliminare la nostra causa nazionale”,
Infine Hamas rivolge un ”invito all’amministrazione statunitense a invertire la sua politica di cieco sostegno ai criminali di guerra sionisti, a rimuovere la copertura politica e militare per la guerra genocida condotta dall’esercito di occupazione fascista contro il nostro popolo disarmato nella Striscia di Gaza e a lavorare seriamente per fermarla”.
A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato il leader di Hamas, Yahya Sinwar, che ritiene l’ultimo round di colloqui nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sia un “bluff” progettato per dare più tempo alla manovra militare israeliana nella Striscia. Lo ha riferito il ‘Wall Street Journal’ citando fonti arabe. “Senza un cessate il fuoco totale, non accetteremo alcun accordo”. E’ la prima risposta che aveva portato ai media arabi Taher Al-‘AzharNono, il consigliere stampa del capo dell’ufficio politico di Hamas poco dopo aver saputo del sì di Israele alla proposta di tregua annunciata dal segretario di Stato americano Antony Blinken a Tel Aviv.
Inoltre secondo mediatori arabi che lavorano ai colloqui per l’accordo sulla liberazione degli ostaggi e la tregua a Gaza, la rivendicazione di Hamas e della Jihad islamica del fallito attentato di domenica sera a Tel Aviv rientra nel tentativo di Yahya Sinwar di intensificare la pressione su Israele espandendo il conflitto oltre Gaza, anche lanciando attacchi dalla Cisgiordania. Lo riferisce il Wall Street Journal. Nella sua dichiarazione di ieri in cui si è assunto la responsabilità dell’attacco, Hamas ha avvertito che gli attentati suicidi sarebbero continuati in risposta agli attacchi israeliani.
Redazione Fatti & Avvenimenti