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Bliz Guardia di Finanza tra Palermo e Milano: 91 gli arrestati tra cui un ex concorrente del Grande fratello


Scattata nella notte un’imponente operazione della Guardia di Finanza tra Palermo e Milano: 91 le ordinanze di custodia cautelare in carcere, tra cui un ex concorrente del Grande fratello prestanome dei boss mafiosi

Il maxiblitz, coordinato dalla Dda di Palermo guidata da Francesco Lo Voi, ha colpito i clan dell’Acquasanta e dell’Arenella. Gli arrestati sono esponenti di storiche famiglie mafiose palermitane come quelle dei Ferrante e dei Fontana, fedelissimi del clan dell’Acquasanta, la zona ovest della città. Il gruppo criminale gestiva estorsioni, controllava le gare all’interno di alcuni ippodromi e si erano anche infiltrati in una cooperativa che lavora ai Cantieri navali del capoluogo siciliano.

Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa.

Tra gli arrestati anche un insospettabile Daniele Santoianni, ex broker di una società fallita che si era reinventato concorrente del Grande fratello 10, poi finita l’esperienza in Tv, aveva iniziato a fare da prestanome in una società per la vendita del caffè. Ora, è ai domiciliari, la procura di Palermo e il nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza l’accusano di essere un ingranaggio importante della grande macchina di riciclaggio architettata fra Palermo e Milano dai rampolli del clan Fontana, storica famiglia di mafia, che da qualche anno si sono ormai trasferiti in Lombardia, regione da cui i capi dirigevano le operazioni.

In manette sono finiti i fratelli Fontana, Gaetano (44 anni), Giovanni (42) e Angelo (40), i figli di don Stefano, uno dei fedelissimi del capo dei capi Totò Riina morto nel 2013. Arrestata anche la figlia del boss dell’Acquasanta, Rita e la moglie, Angela Teresi. In Lombardia stavano anche gli insospettabili che gestivano l’ultimo investimento della cosca, la commercializzazione di cialde e capsule di caffè.

Secondo gli inquirenti Gaetano Fontana sarebbe il punto di riferimento indiscusso dei “picciotti” dell’Acquasanta, ruolo che avrebbe mantenuto anche mentre era detenuto. I Fontana gestivano le imprese che operano nella cantieristica navale, nella produzione e commercializzazione di caffè, e avrebbero avuto il controllo di decine di supermercati, bar e macellerie e del mercato ortofrutticolo, delle scommesse on-line e delle slot machines. I fratelli Gaetano, Giovanni e Angelo Fontana vivevano da tempo a Milano, ma hanno mantenuto forti interessi nel capoluogo siciliano.

Altro personaggio di rilievo dell’indagine è Giovanni Ferrante, braccio operativo del clan Fontana. Ferrante usava attività commerciali del quartiere per riciclare i soldi sporchi, ordinava estorsioni e imponeva l’acquisto di materie prime e generi di consumo scelti dall’organizzazione. Già condannato per mafia, dal 2016 è stato ammesso all’affidamento in prova ai servizi sociali. Uscito dal carcere, ha consolidato la propria posizione di leader all’interno della famiglia mafiosa e per la gestione degli affari illeciti usava come intermediatrice la compagna, Letizia Cinà. Molto temuto, modi violenti, in una intercettazione dopo essere stato scarcerato dice: “Oramai non ho più pietà per nessuno! Prima glieli davo con schiaffi, ora glieli do con cazzotti… a colpi di casco… cosa ho in mano… cosa mi viene”.

Altro personaggio di spicco è Domenico Passarello, a cui era stata delegata la gestione dei giochi e delle scommesse a distanza, del traffico di stupefacenti, della gestione della cassa e della successiva consegna del denaro ai vertici della famiglia per versamento nella cassa comune.

L’indagine è stata coordinata dal procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca, dai sostituti Amelia Luise, Dario Scaletta e Roberto Tartaglia (oggi, vice capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria).

Gli arrestati sono tutti personaggi noti da decenni agli inquirenti, famiglie come quella dei Fontana, descritta dal pentito Tommaso Buscetta come una delle più pericolose.