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Bliz nella notte: colpito clan di Messina Denaro, 13 fermati e 20 indagati, tra cui il Sindaco di Calatafimi Segesta


Altro duro colpo inflitto al clan di Messina Denaro nel Trapanese: la polizia ferma 13 persone e altri sono 20 indagati. Tra loro anche il Sindaco di Calatafimi Segesta ed imprenditori ritenuti vicini al boss latitante

Nella notte i poliziotti del Servizio centrale operativo e i colleghi delle squadre mobili di Trapani e Palermo hanno eseguito un blitz nel trapanese il cui obbiettivo è stato il clan di Calatafimi – Segesta: tredici i fermi disposti dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo e 20 gli indagati.

Le accuse ipotizzate nei confronti degli indagati sono, a vario titolo, associazione mafiosa, estorsione, incendio, furto, favoreggiamento personale e corruzione elettorale, aggravati dal metodo mafioso.

In manette, è finito il nuovo capo della famiglia mafiosa di Calatafimi, che fa parte del mandamento di Alcamo: è Nicolò Pidone, 57 anni, ex operaio stagionale della Forestale che era stato già arrestato nel 2012, dopo avere scontato la condanna era tornato in servizio con un ruolo ancora più autorevole. Secondo le indagini, nella sua masseria si tenevano le riunioni delle cosche.

Arrestato anche Salvatore Barone, ex presidente dell’Atm, l’azienda municipale dei trasporti di Trapani. E’ accusato di associazione mafiosa. Oggi è alla guida di una cantina sociale.

Nel blitz è stato arrestato anche Stefano Leo, ritenuto vicinissimo al boss Vito Gondola, il boss di Mazara che negli anni scorsi gestiva il sistema di comunicazione del superlatitante Matteo Messina Denaro.

Notificato anche un avviso di garanzia al sindaco di Calatafimi, Antonino Accardo, accusato di corruzione elettorale e tentata estorsione, con l’aggravante di mafia.

Fra gli indagati c’è pure un agente della polizia penitenziaria in servizio nel carcere palermitano di Pagliarelli: è accusato di rivelazione di notizie riservate.