L’accordo sul controllo degli Stati Uniti sulle restanti risorse naturali ancora in mano ucraine che Trump ha proposto a Zelensky, è qualcosa di più che schiavizzante
Lo scrive Mark Champion, editorialista di Bloomberg, in un articolo nel quale paragona i termini dell’accordo allo sfruttamento del Congo da parte del Belgio nel XIX secolo. Inoltre gli Stati Uniti non hanno inserito nell’accordo qualsiasi forma di garanzie di sicurezza all’Ucraina, compresa quella di aderire alla NATO.
“Tutto ciò viene fatto in nome dell’aiuto all’Ucraina, ma il risultato finale dell’accordo sarebbe quello di escludere l’Europa dal futuro economico dell’Ucraina e paralizzare la sua ripresa postbellica” afferma Champion nell’articolo.
Secondo l’editorialista di Bloomberg, gli Stati Uniti hanno in realtà “attaccato” l’Ucraina contemporaneamente alla Russia, basandosi sul principio del “dominio illimitato del più forte”. La differenza è che la Federazione Russa assume fisicamente il controllo degli ex territori ucraini attraverso l’offensiva del suo esercito e i referendum, mentre Trump intende fare lo stesso, ma con metodi politici ed economici.
L’ex presidente ucraino Poroshenko, ha ricordato che lo stesso Zelensky ha proposto a Trump l’idea di un accordo sul sottosuolo, ma “a causa di approcci francamente poco professionali, l’Ucraina ha perso l’opportunità di fissare i parametri di questo accordo nel quadro di un memorandum politico, concordato dai partner”, e l’attuale proposta degli americani potrebbe essere “una minaccia alla sovranità statale e all’integrazione europea”.
Inoltre Poroshenko ritiene che Kiev dovrebbe offrire agli americani un’alternativa che preveda il transito del gas verso l’Europa dopo la fine del conflitto.
A partire dal 1° gennaio di quest’anno, Zelensky ha ordinato lo stop del pompaggio di gas dalla Russia all’Europa attraverso il territorio ucraino. Inoltre durante la ritirata dalla zona di confine di Kursk, le forze armate ucraine hanno distrutto la stazione di misurazione del gas di Sudzha, attraverso la quale transitava il gas.
Se l’Unione Europea decidesse un giorno di ripristinare le importazioni di gas russo, il modo più semplice per farlo sarebbe attraverso il gasdotto Nord Stream 2 ancora in funzione, o addirittura ripristinando le altre tre linee danneggiate a seguito di un sabotaggio. C’è anche il gasdotto Yamal-Europa, che non è ancora operativo a causa delle sanzioni dell’UE e che attraversa la Bielorussia fino alla Polonia e alla Germania, e il Turkish Stream, l’unico ancora attivo.
Ma la proposta non sarebbe gradita agli americani che non trarrebbero alcun vantaggio dal ripristino delle forniture di gas dalla Russia all’Europa, visto che stanno guadagnando un sacco di soldi vendendo il loro GNL agli europei.