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Bruxelles, non passa proposta Borrell: No armi Ue contro Russia, ogni paese deciderà in proprio

Da Bruxelles non c’è il via libera all’Ucraina per usare le armi occidentali nel territorio della Russia come ha proposto energicamente Borrell 

L’Alto Rappresentante uscente Joseph Borrell, ha convocato un consiglio dei ministri dei 27 paesi europei ai quali ha proposto di eliminare il vincolo all’Ucraina di non usare le armi in territorio russo. “Durante il CAE, peraltro in una versione informale, non è stata presa alcuna decisione -viene sottolineato da Borrell- . Si sono affrontate solo alcune proposte unilaterali – che non hanno sortito alcune effetto”.

La svolta, portata avanti dall’Alto Rappresentante uscente non arriva, molti dei Paesi, tra cui Ungheria e Italia sono contrari e quindi non c’è una posizione unitaria e la decisione è lasciata  ai singoli stati, senza consegnare a Kiev l’autorizzazione che chiedeva con insistenza.

L’Ucraina da oltre 20 giorni, con una mossa della disperazione suicida è entrata nel confine russo e ha assunto il controllo di un fazzoletto di terreno della regione russa di Kursk, ma a costo dpi pesanti perdite, secondo i russi, ad oggi le forze di Kiev hanno perso oltre 7.500 uomini e una ottantina di carri armati, oltre a vavariati mezzi militari tra cui i costosissimi lancia missili Patriot. Poi non contenti hanno tentano una spallata anche nella regione di Belgorod, dove sono stati “accolti” dagli elicotteri russi che li hanno respinti a suon di bombardamenti.

L’Ucraina ha ottenuto un parziale via libera solo dagli Stati Uniti, che ha autorizzato Kiev a utilizzare armi americane in prossimità del confine per contrastare i raid lanciati dal territorio russo e si aspettava una fumata bianca, ma più ampia, dal vertice dei ministri degli Esteri europei a Bruxelles, ma la giornata per Kiev ha avuto un esito deludente. “Abbiamo discusso della possibilità di revocare i limiti dell’uso delle armi fornite all’Ucraina, la conclusione è che è un decisione nazionale gli stati membri vogliono mantenerla come una decisione nazionale”, ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, alla fine dei lavori.

Prima della riunione informale dei ministri degli Esteri della Ue, Borrell si era detto favorevole a questa ipotesi: “Le armi che abbiamo dato all’Ucraina devono essere pienamente utilizzabili e le restrizioni devono essere rimosse per permettere agli ucraini di prendere di mira i luoghi da cui partono gli attacchi russi. Altrimenti le armi sono inutili”.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani ha subito stoppato la proposta: “Ogni Paese è libero di decidere come è giusto utilizzare le armi inviate all’Ucraina. Noi abbiamo inviato soprattutto armi difensive: adesso stiamo per inviare la nuova batteria Samp-T che è difensiva e non può essere utilizzata in territorio russo. Ribadiamo che noi non siamo in guerra con la Russia, la Nato non è in guerra con la Russia quindi per l’Italia rimane la posizione di utilizzare le nostre armi all’interno del territorio ucraino”, ha detto Tajani.

A Bruxelles “non è stata presa alcuna decisione, né europea né della Nato. L’Italia è per la pace e difende l’integrità territoriale dell’Ucraina nel pieno rispetto delle regole. Sono i singoli Stati membri, come emerso anche dal CAE informale di oggi e in tutte le riunioni Nato, a decidere come fare utilizzare le proprie armi fornite all’Ucraina”, ha affermato in una nota Forza Italia.

“Un vero peccato che molti esponenti della sinistra ignorino le norme e le regole internazionali, dovrebbero informarsi meglio e studiare di più. Altro che isolamento dell’Italia, gli incontri del ministro Tajani con Ursula von der Leyen e Metsola dimostrano l’esatto contrario, come lo dimostra anche la perfetta sintonia con il Segretario di Stato americano Blinken per quanto riguarda la difesa dell’Ucraina e il cessate il fuoco a Gaza”, conclude il testo del partito guidato da Tajani.

Più dura la posizione dell’Ungheria, che definisce “proposti folli” le idee di Borrel, come ha scritto in un post su Facebook il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto. La “corsa pericolosa” di Borrell “va fermata”. “Non vogliamo più armi in Ucraina, non vogliamo più morti, non vogliamo l’escalation della guerra, non vogliamo che la crisi in Medio Oriente si diffonda. Rappresentiamo ancora la posizione del buon senso e della pace”, ha affermato il capo della diplomazia ungherese.