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Calogero Bono si presenta alla Badia Grande come candidato sindaco del Centro Destra


Si è tenuto questa mattina presso la Badia Grande nel quartiere San Michele il primo di una serie di incontri portati avanti dal candidato del Centro Destra Calogero Bono.

In una sala gremita, tanti i sostenitori a questa candidatura che Bono ha da subito voluto precisare che: “non sarà in continuità con l’esperienza amministrativa di Fabrizio Di Paola e non sarà neppure in discontinuità; sarà però diversa e soprattutto nuova”. L’uscente presidente del consiglio comunale infatti parla di una differenza non soltanto nella persona del sindaco – lui rispetto a Di Paola -, ma anche e soprattutto di una diversità nei nomi in giunta, insomma, difficilmente verranno confermati gli assessori in giunta con Di Paola, e probabilmente non sono solo gli assessori gli unici nomi nuovi e diversi che Bono ha intenzione di schierare in campo.

Quella di stamattina, una riunione abbastanza informale, con un Calogero Bono volutamente non sul palco, ma in piedi davanti alla platea, è servito per incontrare le forse economiche e sociali della città. Diversi i temi trattati, dall’edilizia all’immigrazione.

Proprio sull’immigrazione a prendere la parola è stato Marco Mustacchia della Cooperativa Arcobaleno, nota in città per la sua attività di accoglienza ai migranti che ha sostanzialmente plaudito al lavoro svolto in questi anni dalla giunta Di Paola e lasciato intendere chiaramente la vicinanza a Bono, ponendo l’accento sulle possibilità che ci sono rispetto ad un tema tanto importante sia a livello economico e di sviluppo per la città, sia la grande sfida che rappresenta sapere inglobare questo fenomeno migratorio che. – doverosamente va detto – a Sciacca ha causato meno problematiche di quanto non abbia fatto in altre zone della provincia e nella stessa città capoluogo di Agrigento.

Altro tema di rilevanza fondamentale che è stato trattato, soprattutto nell’intervento finale che è stato lasciato a Fabrizio Di Paola – che da sindaco uscente non ha fatto segreto di volersi “togliere qualche sassolino dalla scarpa” -, riguarda la situazione finanziaria del Comune, non florida, ma recuperabile. Il primo cittadino infatti non si è limitato ad una mera difesa d’ufficio del suo operato, ma ha voluto sottolineare quante difficoltà ha affrontato la sua amministrazione ed affronteranno le seguenti nel tenere i conti in ordine, conti di cui sarebbe “facile lavarsi le mani dichiarando il dissesto”, ma che per “senso di responsabilità e competenza” non va dichiarato perché “non si può dichiarare il dissesto e poi alzare la tassazione comunale al massimo livello, magari anche non pagando gli stipendi per mesi e mesi ai dipendenti comunali, come hanno però fatto altre giunte comunali anche nella nostra provincia”.