Per il candidato a sindaco per la sinistra Fabio Termine, le “voci di popolo” a Sciacca danno già per vincente uno dei tre candidati, ma è convinto che forse hanno fatto i conti senza considerare quel 44% di elettori che 5 anni fa hanno votato “in modo libero”
Fabio Termine, dopo tanti “si, ma anche no, forse, vedremo e chissà”, alla fine, venerdì sera, in una affollata piazza Matteotti, ha presentato la sua candidatura a sindaco di Sciacca, supportato dalla sua componente politica “Mizzica”, dal Pd e da “Noi con L’Italia”.
Termine ha anche aggiunto di non sapere al momento quante saranno le liste che lo supporteranno, ma non si è detto preoccupato dal fatto che gli altri due candidati avranno cinque, sei o più liste a supporto, né tanto meno che sono composte da ex politici “portatori di voti”, lui conta e si appella al quel “44%” di elettori saccensi che alle scorse amministrative, a suo dire, hanno votato in “modo libero”.
Un appello ai “liberi” insomma, ma appunto chi vota liberamente non è detto che rivoti come alle scorse amministrative.