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Canicattì, Coronavirus. Dopo primo contagio, 8 Sindaci: “Senza rianimazione nostre comunità abbandonate”


Drammatiche le parole dei sindaci dei comuni di Canicattì, Camastra, Campobello di Licata, Castrofilippo, Naro, Racalmuto, Ravanusa e Grotte dopo la decisione di non creare un reparto di Terapia Intensiva al Barone Lombardo e la notizia del primo caso di Coronavirus: “La Regione abbandona a sé stessa Canicattì, il nostro ospedale e tutto l’hinterland”

I Sindaci del Distretto Socio Sanitario D3 scrivono oggi al Presidente della Regione Nello Musumeci esprimendo seria preoccupazione sulla mancata concessione di posti di rianimazione all’Ospedale Barone Lombardo di Canicattì. Decisione divulgata proprio il giorno in cui si è avuta la notizia del primo caso di contagio a Canicattì, e quindi primo caso nel Distretto. I Sindaci riportano le parole del Sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura, che amministra il Comune capofila del Distretto e che oggi ha diffuso la seguente accorata nota:

“Apprendiamo con tristezza e tanta rabbia del contenuto della nota ufficiale indirizzata ai direttori medici dei presidi ospedalieri provinciali con la quale, sostanzialmente e praticamente, la Regione abbandona a se stessa la nostra città, il nostro ospedale e tutto l’hinterland.
Una nota che avremmo voluto, anzi immaginavamo che avrebbe avuto un carattere ben diverso, anche in virtù della missiva che solo pochi giorni fa, io e gli altri sindaci del distretto, abbiamo indirizzato anche a Lei. Immaginavamo un provvedimento rassicurante per la popolazione, che invece ha ottenuto il risultato esattamente contrario. Non riusciamo a comprendere quali possano essere state le valutazioni alla base di tali decisioni. E non vogliamo neanche pensare che ci possano essere state valutazioni di carattere politico. Decisioni che hanno lasciato l’ospedale di Canicattì, e quindi tutta la popolazione ad esso afferente, senza alcun posto di Terapia Intensiva.
Caro Presidente Musumeci, lungi da me voler fare polemiche in questo momento. Abbiamo visto in diretta il suo sfogo sulle mascherine inviate dal governo nazionale e ci siamo sentiti al suo fianco. Accomunati a Lei in questa lotta immane contro un nemico subdolo.
Siamo tutti in trincea, insieme ad affrontare quotidianamente queste sfide. Ed in un tale momento, di preoccupazione e di comunanza, come può un provvedimento di così vitale importanza basarsi su considerazioni che non mirino anche a rassicurare la popolazione, men che meno su considerazioni di carattere politico?
In questo preciso momento voglio rivolgermi direttamente a Lei.
Presidente, la prego, a nome di tutti i nostri concittadini, a nome di tutta la popolazione che ricade nell’hinterland canicattinese, modificate la distribuzione dei posti letto di terapia intensiva nella provincia di Agrigento. Attivate il reparto di Rianimazione. Dateci la certezza che le Istituzioni ci sono vicine, a prescindere dai colori politici. Lo faccia per tutta la nostra popolazione”.

Concludono poi gli 8 sindaci del distretto: “Presidente, ribadiamo con forza, e le facciamo nostre, le parole del Sindaco Di Ventura. La notizia odierna ha suscitato clamore nelle nostre comunità. Il malcontento (per usare un eufemismo) sta montando sui canali social, anche alimentato, come dicevamo, dalla notizia del primo caso di contagio a Canicattì. La stanchezza della gente a cui si chiedono enormi sacrifici aumenta ogni giorno di più, e simili decisioni discriminatorie, a prescindere dalle motivazioni alla base, potrebbero trasformare tale stanchezza in rabbia, tanto da farci temere per l’ordine pubblico, oltre che per la salute dei nostri concittadini.

Rimaniamo in attesa di nuove notizie confortanti e utili a tranquillizzare le nostre Comunità”.