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Carabiniere spara e uccide il comandante poi si barrica in caserma e urla: “L’ho ammazzato”. Arrestato

Un brigadiere, per motivi al momento ignoti, ha sparato ed ucciso il suo comandante poi si è barricato in caserma. L’uomo era stato ricoverato per un disagio psicologico e attualmente era in ferie. Stamattina il Gruppo di Intervento Speciale (Gis) ha fatto irruzione ed ha arrestato il militare

Questi i fatti. Giovedì pomeriggio all’interno della stazione di Asso, nel Comasco, il brigadiere dei carabinieri Antonio Milia, sposato con tre figli, ha sparato al proprio comandante, il luogotenente Doiano Furceri, usando la sua pistola d’ordinanza, poi si è barricato in caserma, pare secondo alcuni testimoni, urlando: “l’ho ammazzato”. Al momento i motivi del folle gesto sono ignoti. Il brigadiere era stato ricoverato nel reparto di psichiatria per un disagio psicologico e attualmente era in ferie.

I colleghi dopo una lunga trattativa durata tutta la notte, stamattina hanno fatto irruzione ed hanno arrestato il brigadiere. Durante il blitz, un carabiniere del Gruppo di Intervento Speciale (Gis) è rimasto ferito in modo non grave, colpito ad un ginocchio da un colpo di pistola del brigadiere, che ha sparato, prima di essere bloccato e disarmato, alla vista di un cane delle unità cinofile.

Milia è uscito zoppicando prima di essere preso in consegna dai colleghi: già nelle prossime ore l’uomo verrà interrogato dal pm di turno per cercare di far luce sui motivi della tragedia. Gli ostaggi che si trovavano nella caserma sono illesi. Si tratta di una donna carabiniere, che ha trascorso la notte chiusa in una camerata, in sicurezza, e delle famiglie degli altri militari, che si trovavano negli alloggi di servizio, a distanza dall’assalitore.

Ora si cercherà di capire il motivo che ha scatenato il gesto di Milia e ovviamente si inizierà dal fatto che era stato ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi. Il brigadiere era rientrato in servizio da alcuni giorni ed attualmente era in ferie ed era stato riammesso in servizio a seguito del giudizio di una Commissione Medico Ospedaliera, ente sanitario esterno all’Arma, e dopo copiosa documentazione medico sanitaria di una struttura Ospedaliera pubblica.

La malattia di Milia non è l’unico punto di partenza, si indaga anche sulla vittima il luogotenente Doriano Furceri, che prima di arrivare ad Asso in provincia di Como, era stato trasferito dalla provincia di Lecco, dove aveva prestato servizio per alcuni anni a Bellano e da dove è stato spostato per incompatibilità ambientale. Nel centro storico della località della cittadina infatti, erano comparse alcune scritte contro il militare, che era sposato e con tre figli: “Giù le mani dalle mogli degli altri”. Non si sa se queste accuse siano collegate con il gesto del brigadiere Antonio Milia.