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Cassazione: “Carola Rackete rispettò l’obbligo di soccorso”. Salvini: “Libertà di speronamento?”


“L’obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro”

Queste le motivazioni della sentenza emessa lo scorso 17 gennaio della Corte di Cassazione, con le quali i giudici della terza sezione penale, hanno rigettato il ricorso della Procura di Agrigento, dando ragione alla gip Alessandra Vella, che non convalidò l’arresto di Carola Rackete, rimettendola in libertà.

La comandante della Sea Watch 3 era accusata di resistenza e violenza a nave da guerra per i fatti dello scorso 29 giugno, quando nell’approdo a Lampedusa forzò il blocco della Guardia di Finanza e speronò la motovedetta dei militari.

Secondo i giudici della Cassazione la Rackete adempì alle disposizioni sul salvataggio in mare, “l’obbligo di prestare soccorso non si esaurisce nell’atto di sottrarre i naufraghi al pericolo di perdersi in mare, ma comporta l’obbligo accessorio e conseguente di sbarcarli in un luogo sicuro”. Inoltre sempre secondo i giudici di piazza Cavour “le navi della guardia di finanza sono certamente navi militari, ma non possono essere automaticamente ritenute anche navi da guerra”.

Da Chieti, dove si trovava per una conferenza stampa è arrivato il commento di Matteo Salvini:Libertà di speronamento…….???????” . Ed ancora: “Pare che la Cassazione, nelle motivazioni, dice che Rackete non andava arrestata, che non ha commesso reato perché al comando della nave c’era un maresciallo della Finanza e non un comandante, quindi si giustifica lo speronamento, le voglio leggere queste motivazioni”.

L’ex ministro poi ha aggiunto: “Ma quelli rischiavano di essere schiacciati come vermi, incredibile”.