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Catania. Festa dell’Unità: tra sedie vuote e D’Alema che dice NO alla riforma costituzionale – VIDEO


La festa nazionale dell’unità, che si sta svolgendo al Parco Gioeni di Catania, è a metà della sua programmazione, ma il bilancio può già considerarsi “fallimentare”.

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Dopo la prima settimana di lavori della kermesse democratica a Catania, le parole che nessuno dice apertamente ma che tutti pensano sono: “Flop e fiasco”. E come dare torto ai “pochi” partecipanti, le foto sono eloquenti e descrivono meglio di mille parole il clima che si respira tra i militanti del PD.

I pochi “vecchi” reduci dell’ex P.C.I. o dei DS rimpiangono il passato: quelle vecchie, ma belle e affollate feste celebrate al Parco Gioeni di Catania o al Giardino Inglese di Palermo. Oggi invece, basta guardarsi in giro per rendersi conto che di quel “rosso”, qui non c’è traccia e con il colore, è sbiadita anche l’idea di una festa in linea con le battaglie del Pci-Pds-Ds all’apposizione.

Tutto è ridotto al ribasso, persino gli stand ufficiali, che sono 30 in tutto, compresi quelli della stampa, della Camera, del Senato e quelli enogastronomici, che poi, sono gli unici a lasciarsi sfuggire la delusione per una situazione non proprio inaspettata.

Basta chiedere a questi tesserati-lavoratori, come sta andando per capire al situazione. Qualcuno ti dice annuendo: “Potrebbe andare meglio”, ma se gli si chiede se riusciranno a recuperare almeno le spese sostenute, si girano e non rispondono proprio… forse per “scaramanzia”.

La festa in generale almeno fino ad oggi è stata un Flop. Ci sono però stai due lampi, uno è stato l’accesissimo duello tra Massimo D’Alema e il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Qui i 300 posti a sedere del palco centrale erano tutti occupati e altra gente è rimasta in piedi. Ma il merito non va attribuito alla festa in se stessa, ma alla polemica incandescente che si preannunciava ed in effetti così è stato.

D’Alema infatti, è arrivato per dire ancora una volta no alla riforma costituzionale: no, nonostante i manifesti di ‘Basta un sì” che arredano la festa a villa Bellini, sì ovunque senza tregua. No, invece, dice D’Alema perché la riforma Boschi “è stata scritta male”. Poi l’attacco a Renzi “sta diventando un politico tradizionale, la spinta si è affievolita…E’ diventato un politico normale con tutti i difetti del caso, dalla lottizzazione della Rai al resto… E questo lo vede la gente, non io…”. E gli applausi dalla platea,  arrivano forti e calorosi.

L’attacco di D’Alema è feroce e va dritto al cuore del renzismo e della sua storia a Palazzo Chigi: “Abbiamo cambiato la costituzione con una maggioranza raccogliticcia di trasformisti senza mandato popolare. Renzi ha vinto le elezioni contro Letta… “. Poi il colpo do grazia: “verdini amico ventennale di Lotti…”. Insomma tra Gentiloni e D’Alema sono volati gli stracci.

Il VIDEO con le parole di D’Alema


Qualcosa di simile, è avvenuta anche con l’intervento di Davide Faraone. Qui però la “folla” è arrivata per la massiccia contestazione dei docenti delle scuole e la chiamata alle “armi” dei renziani di prima e seconda generazione, per difendere il loro “capetto” locale.

Questa è stata la prima settimana, qualcuno dirà, i conti si fanno ala fine: vero e noi li faremo.