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Catania. Finiti controlli anche sulla Geo Barents: dei 568 clandestini 357 sbarcano 217 restano a bordo

La Geo Barents con 568 clandestini a bordo domenica pomeriggio è approdata nel porto di Catania e nella notte si sono concluse le operazioni di controllo degli aventi diritto a sbarcare


La Geo Barents di Medici senza frontiere con 568 clandestini a bordo, ieri pomeriggio è arrivata nel porto di Catania, poco dopo come previsto dal nuovo decreto interministeriale firmato dal ministro Matteo Piantedosi, è stata eseguita l’ispezione delle autorità italiane per individuare fragili, donne e bambini. Nella notte procedure e operazioni si sono concluse e donne e bambini accompagnati dalle madri, in totale 357, sono stati fatti sbarcare, mentre gli altri 217 restano a bordo. Sabato la stessa procedura era stata eseguita sulla Ong Sos Humanity 1 e da questa nave che aveva a bordo 179 clandestini, ne sono stati fatti sbarcare 144, dei quali circa cento minorenni e un neonato. A bordo sono rimaste 35 persone.

Domenica pomeriggio per la Humanity è arrivato l’ordine di lasciare il porto e ripartire, ma il capitano ha annunciato che non obbedirà: “Mio dovere completare il salvataggio. – Fanno sapere dalla ong – Ci è stato ordinato di lasciare il porto di Catania, in Sicilia. Ci sono ancora 35 persone salvate in mare in pericolo a bordo della nostra Humanity1, a cui è stato rifiutato lo sbarco dalle autorità italiane. Il capitano ha respinto questa richiesta. La legge del mare lo obbliga a portare in un luogo sicuro tutti quelli salvati dall’angoscia”. Ed il capitano ha aggiunto: “È mio dovere completare il salvataggio delle persone in pericolo, facendole sbarcare tutte al porto di Catania come luogo sicuro. Non posso lasciare il porto finché tutti i sopravvissuti salvati dall’emergenza in mare non siano sbarcati”. Concetto poi ribadito dalla ong: “Oggi il nostro capitano Joachim Ebeling è stato contattato dalle autorità affinché lasci il porto con i 35 sopravvissuti. Il nostro capitano ha risposto alla email e ha spiegato che che non può farlo e che rimarremo qui assieme ai sopravvissuti finché non saranno sbarcati”.

Inoltre Sos Humanity ha annunciato un ricorso al Tar di Roma contro i provvedimenti del Governo perché per l’avvocato Mirka Schäfer, Advocacy officer, violerebbero “il diritto internazionale e italiano”. “Secondo il diritto internazionale – spiega Mirka Schäfer– un’operazione di ricerca e soccorso si conclude con lo sbarco dei sopravvissuti in un luogo sicuro: “È illegale consentire lo sbarco solo a pochi eletti sopravvissuti. Inoltre, respingere tutti gli altri al di fuori delle acque territoriali nazionali costituisce una forma di respingimento collettivo e quindi viola sia la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che il principio di non respingimento della Convenzione di Ginevra sui rifugiati”.

La partita è ancora all’inizio e ancora incompleta, altre due navi ong, la tedesca Rise Above, con a bordo 90 clandestini, e la norvegese Ocean Viking, con altri 234 che è ancora fuori dalle acque territoriali italiane, ma naviga vicino al suo confine, una volta che saranno sbarcati donne, bambini, fragili e famiglie, come si comporteranno? Si rifiuteranno anche loro di lasciare le acque italiane con a bordo le persone rimaste nonostante le disposizioni del decreto? E se si arrivasse a tanto interverrà la magistratura con indagini e sequestri? Vedremo, ma intanto Alarm Phone, come ciliegina sulla torta, lancia l’allerta per un’altra nave con circa 500 clandestini a bordo, “in fuga dalla Libia”, che si trova “in difficoltà nella zona Sar a est dell’arcipelago di Malta”.