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C’è l’Ok alle trivelle, Meloni promette gas a prezzi bassi ma per gli ambientalisti: “È un governo color nero petrolio”

La premier Giorgia Meloni ha la necessità di dare un segnale alle imprese che pagano le bollette del gas più care è promette prezzi calmierati tra 50 e 100 euro al megawattora e nuove concessioni per estrarre gas e petroli, ma gli ambientalisti insorgono : “È un governo color nero petrolio”

 

Le novità sono state anticipate durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri dalla stessa Premier Meloni, secondo la quale, dal primo gennaio il metano estratto in Italia dovrà essere venduto a un prezzo calmierato, tra i 50 e i 100 euro al megawattora, riduzione che secondo il governo, andrà alle aziende del vetro, ma anche a quella della ceramica e a tutte le altre gasivore che potranno così rifornirsi a un costo inferiore rispetto a quello che sostengono da mesi. Per ottenere questo risultato però sono necessarie più trivelle e in tempi rapidissimi.

Il piano annunciato prevede due step.

Il primo prevede di fare ripartire le concessioni esistenti nell’Alto Adriatico: escluso il bacino di Venezia, le estrazioni riprenderanno nella porzione di mare compresa tra il 45esimo parallelo e quello che passa per la foce del ramo di Goro del Po, oltre le nove miglia e solo nei giacimenti con una capacità superiore ai 500 milioni di metri cubi. Sono tutti numeri che indicano la volontà di evitare una proliferazione delle operazioni, ma che allo stesso tempo allargano la mappa delle zone autorizzate e che includono anche l’obiettivo di recuperare più di 10 miliardi di metri cubi di gas nei prossimi 15 anni, come spiega il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Il secondo step prevede, secondo l’emendamento al decreto Aiuti ter che darà forma all’operazione, l rilascio di nuove concessioni per le nuove trivelle e sopratutto in tempi più brevissimi indicati in tre mesi invece di sei. Il governo con questo piano prova a dare risposte credibili alla crisi del gas, andando oltre la logica degli aiuti che tra il decreto atteso la settimana prossima e la manovra metterà in campo circa 30 miliardi.

La spinta alla produzione nazionale, però non piace a tutti e già sono iniziate le proteste degli ambientalisti. “È un governo nero petrolio – dice Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde – che farà fallire gli obiettivi climatici da raggiungere entro il 2030”. Le critiche al governo riguardano i numeri e quindi l’efficacia della riattivazione delle trivelle. “Il ministro Urso – aggiunge Bonelli – dice che nell’Adriatico c’è un giacimento da 70 miliardi di metri cubi, niente di più falso. Sono i dati del ministero dello Sviluppo economico a dire che nell’Adriatico, escluso l’Alto, ci sono appena 17 miliardi di metri cubi tra volumi certi e possibili”.

Dello stesso parere il presidente di Legambiente Stefano Ciafani: “Le quantità sono ridicole perché tra riserve probabili e certe abbiamo 90 miliardi di metri cubi di gas e anche se le dovessimo estrarre tutte con uno schiocco di dita le esauriremmo in quindici mesi perché ogni anno consumiamo 70 miliardi all’anno”.

Al coro dei contrari si aggiungono i 5 stelle: “Basta alle trivellazioni, basta all’inquinamento del nostro mare e a un governo ipocrita e servo dei poteri forti”, commenta Giuseppe Conte, che cita le parole utilizzate dalla premier nel 2016.

Ma Giorgia Meloni non intende lasciarsi intimidire e conferma la linea del governo: si inizia tra due mesi, con 1-2 miliardi di metri cubi a prezzo calmierato alle imprese. E per i prossimi due anni, lo sconto riguarderà il 75% del gas potenziale che si potrà estrarre.