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CGIL e F.C. ai sindaci: “su Girgenti Acque solo chiacchiere, avete tutti gli strumenti per rescindere il contratto”


Una nota stampa aggressiva di accusa verso i sindaci dell’agrigentino, ma circostanziata, precisa e dettagliata, in cui tutti gli aspetti negativi della gestione idrica di Girgenti Acque vengono messi a nudo.

Il segretario generale della CGIL di Agrigento Massimo Raso e la presidente di Federconsumatori Ilenia Capodici, puntano il dito sulla gestione dell’ATI da parte dei sindaci, incapaci – a loro dire – di mettere a frutto, per rescindere il contratto, tutte le incapacità e le manchevolezze del gestore idrico, tanti e tali, che oggi non dovrebbe più gestire il servizio.

Di seguito la nota integrale.

GIRGENTI ACQUE, LO SCANDALO CONTINUA

Ati e Gestore Idrico: due facce fallimentari di una stessa medaglia!
Adesso dovranno fare i conti con le nuove direttive dell’Autorità ARERA (ex Aeegsi).

Sono trascorsi ormai due mesi da quel famigerato 17 gennaio 2018, data nella quale tutti i giornali locali regionali e nazionali riportarono la notizia circa la maxi inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento su “Girgenti Acque” che coinvolse 73 indagati per corruzione, e tra loro tanti nomi “illustri”

Se ne parlò per diversi giorni. In tanti tra gente comune, professionisti, commentarono con sdegno e stupore la notizia tranne chi era titolato a farlo, a cominciare dai Sindaci, a partire da quello di Agrigento, così come quelli dell’intera provincia.

Nei giorni scorsi, in aggiunta, altre notizie sulla stessa Società chiamano in causa la Società di Revisione ed il sospetto grave, ravvisato della Procura, di irregolarità su fatturazioni e bilanci che la Società doveva controllare.

A questo si aggiunge anche il diniego della Cassazione circa il dissequestro del depuratore di Sant’Anna, chiesto dal Presidente della società, senza contare che vi sono problemi riguardanti la ristorazione degli stipendi, il rispetto dell’orario contrattuale, ed il deficit di sicurezza nel lavoro. A questo si aggiunga la forte e coraggiosa presa di posizione unitaria dei Sindacati dei Lavoratori di “Girgenti Acque” che hanno tutto il nostro sostegno.

Cosa deve succedere ancora per chiedere la rescissione del contratto?

Queste ed altre vicende giudiziarie sommate alla “mala gestione” di questi anni da parte del gestore idrico, dai distacchi per morosità, ai distacchi fognari, alle continue perdite idriche in svariati quartieri della città, allungamento dei turni di distribuzione, inquinamento dell’acqua ad uso potabile, dovrebbero allarmare i Sindaci.

Una soluzione infatti nell’immediato ci sarebbe: basterebbe una semplice revoca contrattuale attuabile da ogni sindaco per togliere la gestione idrica al gestore privato ,mentre, registriamo, con amarezza, l’incapacità dell’ATI ad esercitare il controllo sulla gestione del servizio idrico integrato.

E’ dal suo insediamento infatti, che stiamo attendendo che l’Avvocato, un “luminare palermitano”, si pronunci in merito ad una eventuale ipotesi di rescissione contrattuale, divenuta ormai, soltanto un tormentone valido per tutti, e per tutte le stagioni.

Un aiuto insperato arriva dall’Autorità di Garanzia (l’ex Aeegsi, oggi ARERA) che è intervenuta pesantemente ponendo dei paletti per una corretta gestione del servizio idrico integrato .
Dal combinato disposto di due articolazioni di due sue delibere ( l’art 9.6 della delibera 918/2017 e l’art. 24 della delibera 917/2017) si dispone, infatti, che adesso si individuano dei pre-requisiti rispetto alla regolazione della qualità tecnica e sotto il quale il gestore viene considerato totalmente inefficiente.

Questi pre-requisiti attengono:
La qualità dell’acqua;
La continuità del servizio;
Adeguato sistema di misurazione;
L’assenza di condanne dalla Corte Europea in materia di depurazione, (noi abbiamo 12 depuratori sequestrati e due condanne dalla comunità europea…)

Sulla base di tali pre-requisiti vi sono due fattori il primo è una tariffazione d’ufficio con una riduzione del 10% nel senso che l’ente governo dell’ambito giudica il soggetto gestore incapace a gestire, e quindi d’ufficio si applica la tariffa ridotta del 10% (parliamo di circa mezzo milione di euro in meno di ricavi).

L’altra prevede invece la non applicazione della decurtazione tariffaria del 10%, ma con un impegno sottoscritto e vincolante del soggetto gestore ad eliminare le criticità previste dai pre-requisiti entro un termine massimo triennale.Diversamente allo scadere dei tre anni ti ritroverai con una decurtazione della tariffa del 30%

Vi è materia per scrivere la parola FINE su questa gestione.Per questo occorre prepararsi a ragionare di come affrontare il “dopo Girgenti acque”, non ci basta più solo parlare di rescissione, occorre praticarla! Ma occorre, al tempo stesso, cominciare a comprendere in che modo e con che costi sia possibile oltre che auspicabile un ritorno alla sua gestione pubblica ed in modo economicamente vantaggioso e trasparente.

Su questo la CGIL, insieme alla Federconsumatori e a quanti in questi anni hanno combattuto a vario titolo Girgenti Acque ed il suo sistema di Potere, avvieremo una riflessione pubblica sulla gestione della risorsa idrica alla luce di queste importanti direttive.