La guerra di Israele a Gaza “è compatibile con le caratteristiche del genocidio“, con vittime civili di massa e condizioni di pericolo di vita imposte intenzionalmente ai palestinesi
È quanto afferma la Commissione speciale Onu che indaga sui metodi condotti da Israele a Gaza, in un nuovo report diffuso oggi, che copre il periodo dopo il 7 ottobre 2023 e fino a luglio 2024 ed esamina gli sviluppi nei Territori palestinesi occupati e nel Golan siriano occupato ma si concentra in particolare sull’impatto catastrofico dell’attuale guerra a Gaza sui diritti dei palestinesi.
La “Commissione speciale Onu per indagare sulle pratiche israeliane che incidono sui diritti umani del popolo palestinese e degli altri arabi dei territori occupati” è stata istituita a dicembre del 1968 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per esaminare la situazione dei diritti umani nel Golan siriano occupato, in Cisgiordania, a Gerusalemme Est e nella Striscia di Gaza.
Secondo quanto appurato dalla Commissione Onu: “Attraverso l’assedio su Gaza, l’ostruzione degli aiuti umanitari, gli attacchi mirati e l’uccisione di civili e operatori umanitari, nonostante i ripetuti appelli delle Nazioni Unite, gli ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza, Israele sta intenzionalmente causando morte, fame e gravi ferite, usando la fame come metodo di guerra e infliggendo punizioni collettive alla popolazione palestinese”, scrive nel reporta la Commissione speciale.
Ed ancora:“Dall’inizio della guerra, le autorità israeliane hanno pubblicamente sostenuto politiche che privano i palestinesi dei beni di prima necessità – cibo, acqua e carburante e queste dichiarazioni, insieme all’interferenza sistematica e illegale negli aiuti umanitari, rendono chiaro l’intento di Israele di strumentalizzare forniture salvavita per ottenere vantaggi politici e militari”.
Il report documenta come la vasta campagna di bombardamenti di Israele a Gaza abbia decimato i servizi essenziali e scatenato una catastrofe ambientale che avrà impatti duraturi sulla salute.
Lo Stato Ebraico all’inizio del 2024, su Gaza ha sganciato oltre 25mila tonnellate di esplosivo, equivalenti a due bombe nucleari, che hanno causato una distruzione massiccia e il collasso dei sistemi idrici e igienici, devastazione dell’agricoltura e inquinamento tossico. “Distruggendo sistemi idrici, igienico-sanitari e alimentari di vitale importanza e contaminando l’ambiente, Israele ha creato un mix letale di crisi che infliggerà gravi danni alle generazioni a venire”, sottolinea la Commissione speciale Onu.
La Commissione speciale Onu che indaga sulle pratiche di Israele ha inoltre condannato quella che ha definito “la campagna diffamatoria in corso contro l’Unrwa e contro le Nazioni unite in generale”, nonché “la distruzione di uffici Unrwa e l’uccisione di membri del suo staff e di operatori umanitari”, e ha denunciato la “crescente censura dei media e soppressione del dissenso in Israele dopo il 7 ottobre”.
“È responsabilità collettiva di ogni Stato smettere di sostenere l’assalto a Gaza e il sistema di apartheid nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est”, ha dichiarato ancora. Il Comitato speciale è composto da 3 Stati membri: Malesia, Senegal e Sri Lanka. Quest’anno gli Stati membri sono rappresentati da: Ahmad Faisal Muhamad, rappresentante permanente della Malesia presso le Nazioni Unite a New York; Cheikh Niang, rappresentante permanente del Senegal presso le Nazioni Unite a New York; e Peter Mohan Maithri Pieris, rappresentante permanente dello Sri Lanka presso le Nazioni Unite a New York (presidente del Comitato speciale).
Redazione Fatti & Avvenimenti