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Comune obbliga: ‘Niente lumini a batteria al cimitero’. Purtroppo si può fare


Niente lumini votivi a batteria o pannelli solari al cimitero comunale di Sciacca.

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A dirlo è un avviso del Comune in cui si impone ai cittadini di rimuovere i lumini entro la data del 30/11/2016. Se tale termine dovesse essere disatteso, si specifica nel documento a firma del dirigente di settore, passato il 15/12/2016 i lumini verrano rimossi da personale non meglio identificato (anche perchè ci sarebbe da capire chi possa essere autorizzato a farlo, tra comuni dipendenti comunali o personale di una ditta privata).

Del fatto ci era giunta segnalazione qualche giorno fa e come nostro solito, ci eravamo subito attivati per capire meglio la situazione. Quello che appare, inutile nascondersi dietro un dito, l’ennesimo soppruso a danno dei cittadini. Purtroppo o per fortuna però, stiamo parlando di un contratto di esclusiva – che sicuramente non potrà essere ripetuto che dal Comune ci riferiscono, scadrà nel 2020.

Da nostre ricerche aggiungiamo che quello di Sciacca non è l’unico cimitero in cui contratti di esclusiva per la gestione dell’illuminazione votiva dei cimiteri hanno destato proteste nei cittadini. Nel 2010 un caso analogo venne portato al TAR Puglia, Sez. III, che con la sentenza del 8 maggio 2010 n. 1089 ha stabilito che: “Il riferimento alla sola rete elettrica,nell’atto di concessione – riferendosi al contratto di esclusiva della ditta che gestiva l’illuminazione votiva del cimitero comunale di Nardò (LE) – , non va inteso come limitazione della concessione stessa a tale impianto con la perdurante titolarità in capo al Comune della facoltà di utilizzare altri mezzi di produzione di energia elettrica per l’illuminazione votiva (titolarità che non è stata poi trasferita in capo ad alcuno), – precisa il TAR – bensì va inteso come individuazione della rete elettrica come solo mezzo di fornitura dell’energia elettrica da utilizzare per l’illuminazione votiva; a questo porta necessariamente il diritto di esclusiva concesso al ricorrente.”

Quindi, se moralmente può sembrare un sopruso, per la legge italiana non lo è. Dal Comune riferiscono che comunque il contratto è in scadenza e che comunque si è tentato di andare incontro ai cittadini mediando con la SAIE srl – ditta che gestisce l’illuminazione nel cimitero di Sciacca – affinché la ditta non richiedesse i costi di allacciamento per tutti quegli utenti che vorrano sottoscrive un nuovo contratto di abbonamento successivamente alla rimozione – volontaria o meno – delle lampade votive “alternative”.

Sul caso oggi interviene anche CittadinanzAttiva parlando di: “una forzatura del sentire comune, offensiva nei confronti di cittadini che si trovano in un ambito doloroso e delicato come quello della cura e la devozione dei propri defunti. Non sappiamo per quale motivo l’amministrazione abbia preso tale decisione e ci piacerebbe conoscerlo, – hanno detto stamane dall’associazione – però auspichiamo che si possa evitare, nel rispetto delle norme vigenti, di ledere la libertà di decisione dei cittadini e si eviti, in un momento di crisi economica, di gravare ulteriormente sulle loro tasche”.

In definitiva non resta che attendere la scadenza del contratto, se è il caso, anche al “buio”, tanto, almeno per i credenti, i defunti risplendono già di luce perpetua e divina, non hanno certo bisogno del lumino a 12v; con buona pace delle malelingue delle comare di paese.