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Confronto regionali su RAI3: L’Autonomia che non piace a Fava e meno ancora all’Annunziata


Ieri su Rai3 con “Mezz’ora in più” di Lucia Annunziata, è andato in onda l’unico confronto tra i cinque candidati alla presidenza della Regione siciliana: Roberto La Rosa di Siciliani liberi; Nello Musumeci del centrodestra; Giancarlo Cancelleri del M5s; Claudio Fava della sinistra di sinistra, e Fabrizio Micari del centrosinistra.

La trasmissione si è incentrata sugli “impresentabili” – ovvero sui candidati che non si dovrebbero candidare ma lo fanno all’insaputa del candidato presidente, citando, più o meno, Musumeci – più che sui i temi veri della campagna elettorale. Una cosa però era chiara di quella trasmissione: l’autonomia costituzionale siciliana è brutta e cattiva.

Gli unici ad averla difesa veramente – oltre a Roberto La Rosa, di cui parleremo più avanti – sono stati i 5 Stelle con Cancelleri che ha detto anzi che l’autonomia va valorizzata, va attuata ed utilizzata come strumento di rilancio della Sicilia e del settore relativo all’industria. Ma per Cancelleri non è certo questa una novità, nota è infatti la battaglia dei 5 Stelle per le royalties petrolifere che nelle loro intenzioni dovrebbero essere aumentate per le compagnie petrolifere e conseguentemente, restare in Sicilia, dando sicuramente un bel contributo alle casse regionali.

Discorso più o meno simile quello di Musumeci, con la sostanziale differenza che Musumeci ha parlato di modificare ed “attualizzare” lo statuto siciliano, troppo vetusto per il candidato del Centrodestra, risalendo al 1946. Tuttavia non ha spiegato come, e con l’indipendentista Armao non confermato nemmeno nel listino del Presidente, certo sarebbe importante sapere che idee ha Musumeci rispetto a queste modifiche che dovrebbero essere in linea “con l’attuale quadro costituzionale”. Domande che difficilmente oltretutto potranno essere poste dato che il candidato presidente del Centrodestra non verrà a Sciacca, o almeno non ha ancora date previste nel suo tour elettorale.

Micari sull’autonomia non ha parlato, ma poco prima aveva detto a “mezze parole” di essere a favore del ponte sullo stretto di Messina, visto come la soluzione che permetterebbe alla Sicilia di diventare la piattaforma logistica del commercio sul Mediterraneo.

Unico veramente contrario all’Autonomia è il candidato di Sinistra Fava, che in trasmissione non è stato eclatante nel dirlo, dicendo solo che la Sicilia avrebbe bisogno di un po’ di normalità e che forse è utile togliere l’alibi dell’autonomia. Un discorso quello di Fava, grave o quantomento importante, che però non giunge nuovo. Come dimenticarselo infatti nel 2015 a braccetto con Ferrandelli del PD e Buttafuoco per dire che : “l’Autonomia è una iattura dentro la quale finora si è nascosta l’impunità del ceto politico”. Insomma, dell’autonomia Fava farebbe volentieri a meno. E pure l’Annunziata, dimostratasi abbastanza insofferente al tema.

Lucia Annunziata, che dall’alto della sua poltrona Rai, di Rai3 meglio ancora, intoccabile, vittoriosa (?) contro Berlusconi e quindi ancora più intoccabile, molla sganassoni mediatici all’autonomista Roberto La Rosa come se nulla fosse; arrivando addirittura a dire: “La Rosa, lei è talmente piccolo che se fossi stata antidemocratica non l’avrei neppure invitata”. Ovviamente in un Paese civile ci si aspetterebbe che almeno l’Ordine dei Giornalisti o la vigilanza Rai dicessero qualcosa, ma siamo in Italia.

La Rosa che effettivamente qualcosa da dire l’avrebbe pure avuta sull’autonomia, e qualcosina è persino riuscito a dirla: per Siciliani Liberi il progetto sarebbe quello di aprire un contezioso col governo nazionale in modo tale da riuscire a far divenire la Sicilia una zona economica speciale capace di poter discutere in autonomia con Bruxelles. Un giochetto che porterebbe nelle casse regionali altri 10miliardi di euro oltre che maggiore autonomia tutta a vantaggio delle nostre imprese.

Sarà vero? Difficile stabilirlo su due piedi, ma certo è una proposta interessante che va a favore del popolo siciliano ed ascoltarla senza far polemiche e senza sbeffeggiare chi la esterna come fosse una specie di “scemo del villaggio”, sarebbe stata quantomeno buona educazione.