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Coronavirus. Dpcm incostituzionali: contro Conte, maggioranza opposizioni e la Presidente della consulta Cartabia


Il premier Conte sull’uso del Dpcm era stato avvisato con garbo dal presidente della Repubblica, ma lui ha continuato incurante e l’ultimo dpcm ha fatto traboccare il vaso già colmo

La presidente della Consulta, Marta Cartabia e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

“L’ultimo dpcm è uno scandalo costituzionale. Non possiamo calpestare i diritti costituzionali. Trasformiamolo in un decreto”. Parole dure e chiare che non arrivano dalle opposizioni ma dal governo. È Matteo Renzi che dalle pagine di Repubblica e poi nell’e-news serale, accusa apertamente il presidente del Consiglio di avere violato la costituzione. “L’ultimo dpcm è uno scandalo costituzionale”. Così il leader di Italia viva che poi aggiunge: “Non possiamo calpestare i diritti costituzionali. Trasformiamolo in un decreto”. Ed ancora: “Non può esistere uno Stato etico che ti fa autocertificare se la tua relazione affettiva è stabile o saltuaria: se nessuno si indigna per questo, significa che abbiamo un problema”. Poi conclude:La libertà di movimento, la libertà religiosa e tutte le altre libertà non sono consentite da un governo: la libertà viene prima del governo. E se anche rimanessi il solo a dirlo, continuerò a farlo”.

Ma non è il solo Renzi dalle file della maggioranza a tuonare contro gli abusi del premier, anche il deputato-professore del PD Stefano Ceccanti, – voce autorevole – affonda il dito nella piaga e presenta un emendamento all’ultimo Dpcm, che andrà in votazione alla Camera tra oggi e domani con il quale chiede di parlamentarizzare il provvedimento.

Il professore piddino ha spiegato che “Si tratta di un modus operandi che nel corso dell’emergenza ha finito per avere un rilievo sconosciuto in precedenza”. Adesso che si è entrati nella fase 2 fase appare opportuno regolarli in modo diverso: “Ferma la responsabilità piena del Governo sulla sua emanazione, appare però opportuno introdurre un parere preventivo del Parlamento, obbligatorio anche se non vincolante, con un tempo certo di una settimana. In tal modo alcune criticità possono essere prevenute dal Parlamento senza costringerlo ad intervenire dopo su altre fonti”. Per Ceccanti infatti nel dpcm 27 aprile ci sono troppo cose che non funzionano e se fosse passato prima dal Parlamento, molti pasticci si sarebbero potuti evitare.

Ma la bacchettata più autorevole – rimasta inascoltata – è già arrivata dalla presidente della Consulta, Marta Cartabia, quinta carica dello Stato, che nella sua relazione sull’attività della Corte costituzionale nel 2019, ha evocato “paletti” costituzionali ai Dpcm di Conte. “La nostra Costituzione non contempla un diritto speciale per lo stato di emergenza ed anzi la nostra Repubblica ha attraversato varie situazioni di crisi, a partire dagli anni della lotta armata, senza mai sospendere l’ordine costituzionale”. Di fatto una lezione di prassi costituzionale al governo.

Ovviamente le opposizioni hanno sentito “ l’odore del sangue” ed attaccato tutte a testa bassa. Matteo Salvini, e persino Mariastella Gelmini hanno protestato per l’operato del premier, mentre Fratelli d’Italia ha presentato un proprio emendamento con Giorgia Meloni che ha commentato: “Il Parlamento non decide più nulla, ci sono quattro persone che si chiudono in una stanza e decidono del futuro di milioni di persone. E che decisioni poi… Questo non è più tollerabile”.

E Conte? Ha plasticamente liquidato le accuse di Renzi come semplici opinioni: “Onestamente non ho visto la rassegna stampa. Sono rientrato alle 4.30 a Roma (ieri n.d.r.), questa mattina presto sono ripartito e non ho avuto tempo. Libertà d’opinione, ma a me tocca decidere”, Poi in serata, da Piacenza ha aggiunto: “La tipologia di questa emergenza ci impone di dover intervenire decidendo anche nel giro di poche ore. Questo non significa che le prerogative del Parlamento non siano rispettate: continuerò a riferire. I decreti saranno convertiti in legge. Siamo riusciti a farlo anche in un contesto molto difficile, e il nostro ordinamento non era pronto. Ma è un percorso che non esilia affatto le prerogative del parlamento”.

Forse una mezza marcia indietro del Premier o forse la consapevolezza che il gioco può diventare rischioso anche giuridicamente, vedremo cosa succederà nel proseguo.


Una risposta a “Coronavirus. Dpcm incostituzionali: contro Conte, maggioranza opposizioni e la Presidente della consulta Cartabia”

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