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Coronavirus. I malati da Sciacca portati in clinica privata ad Agrigento, Mangiacavallo: perché no al F.lli Parlapiano


L’onorevole nonché medico Nenè Mangiacavallo, invia una lettera ai vertici degli Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera, nella quale chiede quale ratio abbia il trasferimento di pazienti affetti da coronavirs che dal Giovanni Paolo II sono stati portati in una clinica privata di Agrigento

Nella lettera aperta che di seguito riportiamo integralmente, Nenè Mangiacavallo pone dei quesiti di assoluto buonsenso, che meritano una adeguata risposta.

Con nota inviata per conoscenza alla Responsabile dell’ U.O. di Medicina dell’Ospedale di Ribera, a firma del Direttore Sanitario degli Ospedali Riuniti di Sciacca e Ribera, Dott. Migliazzo, e del Commissario Straordinario per l’Emergenza COVID, dott, Firenze, è stato comunicato che i pazienti che non possono essere ricoverati presso l’ospedale di Sciacca vengono trasferiti, come sembra sia già avvenuto, presso la Casa di Cura privata “Sant’Anna” di Agrigento.

Già il mese scorso, a fronte della già manifesta impossibilità di ricoverare presso l’U.O. di Medicina dell’ospedale di Sciacca, la Dirigenza dell’ospedale di Ribera, a seguito di specifica richiesta da parte della Direzione Sanitaria di Sciacca, aveva dato la piena disponibilità a ricoverare pazienti provenienti da quello ospedale, per cui veniva aumentato il numero totale dei posti letto del reparto di Ribera di ulteriori quattro unità.

Non essendosi, nel frattempo, modificato l’assetto del personale o altre componenti relative alla piena efficienza dell’U.O. di Medicina dell’ospedale di Ribera ed essendo stata confermata la disponibilità ai ricoveri da parte della Dirigente, non si comprende quale logica, sanitaria, logistica, economica ed umana, abbia indotto i Responsabili saccensi ad assumere la decisione di bypassare l’ospedale di Ribera, che è ancora parte integrante del dipartimento ospedaliero Sciacca-Ribera, e preferire una struttura esterna, che dista da Sciacca 80 Km. !

Si sottolinea che l’ospedale di Ribera è dotato di un servizio di Radiologia perfettamente funzionante e dotato di idonea strumentazione e di un laboratorio di analisi che può rispondere pienamente alle esigenze diagnostiche che possono presentarsi.

Se è comprensibile che i pazienti non ricoverabili presso l’ospedale di Agrigento vengano trasferiti alla clinica Sant’Anna, anche perché è ad un passo dal San Giovanni di Dio, non è affatto giustificabile la scelta della Dirigenza saccense di trasferire i pazienti da Sciacca alla clinica privata di Agrigento, oltre che per valutazioni economiche e logistiche, per una componente, quella umana, che in un momento particolarmente delicato assume grande rilevanza.

E’, secondo Voi, la stessa cosa per i familiari di un paziente spostarsi da Sciacca, da Sambuca o da Montevago a Ribera o arrivare fino ad Agrigento ? Se non fosse possibile o addirittura preferibile l’opzione Ribera avrei capito e forse giustificato la scelta effettuata, ma in presenza di un eccellente reparto presso l’ospedale di Ribera, non solo ritengo di dovere esprimere perplessità per quanto avvenuto ma, principalmente, chiedo ai Rappresentanti Istituzionali, a partire dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio Comunale e dell’intero Consiglio Comunale per arrivare alle Autorità Sanitarie della nostra città di intervenire immediatamente.

Non entro nel merito della altrettanto criticabile scelta di utilizzare le sale operatorie dell’ospedale di Ribera per interventi chirurgici su pazienti positivi al coronavirus, perché non è questa la sede, ma desidero sottolineare che l’avere ignorato l’ospedale di Ribera a favore di una struttura privata di Agrigento, se non una manifestazione di mancanza di fiducia, rappresenta un precedente significativo per eventuali scelte aziendali che potrebbero ulteriormente penalizzare il nosocomio riberese.

Spero che le Istituzioni riberesi possano fare sentire la loro voce e e dare significato al loro ruolo, per indurre la revoca della scelta effettuata e determinare una decisione che doverosamente riconosca l’importanza della struttura riberese e la dignità dei suoi operatori. Se qualcuno dovesse pensare che si vuole solo difendere il nostro campanile, che lo dica apertamente, in maniera da riaprire un dibattito sulla politica sanitaria che non è più il caso di rinviare”.