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Coronavirus, Porti chiusi? Solo sulla carta, Borrelli: “Pronte navi e strutture a terra per quarantena migranti”


“Oggi ho firmato un provvedimento per l’assistenza e la sorveglianza sanitaria dei migranti soccorsi in mare che sono sbarcati nel nostro Paese. Questo provvedimento si è reso necessario dopo che i nostri porti sono stati dichiarati non sicuri per l’emergenza del coronavirus”

Questo è il contenuto del nuovo provvedimento firmato dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, con il quale intende porre rimedio all’arrivo incontrollato di migranti sia con Ong che con sbarchi autonomi. “Abbiamo individuato il capo Dipartimento delle libertà civili e dell’immigrazione del Ministero dell’Interno – ha dichiarato ieri Borrelli – per assicurare la sorveglianza sanitaria che dovrà individuare navi o strutture sulla terraferma dove garantire la quarantena per i migranti. Questo meccanismo – ha poi concluso il capo della Protezione civile – sarà attuato per la prima volta per i 156 migranti che sono sulla nave Alan Kurdi”.

Dunque i porti sono chiusi perché dichiarati non sicuri per l’emergenza del coronavirus, ma inutile farsi illusioni, i migranti continueranno comunque a sbarcare ed assere ospitati sul territorio italiano.

Con questa ordinanza del capo della Protezione civile, i migranti saranno fatti sbarcare e poi portati su navi adatte, per il contenimento del coronavirus, che comunque avranno un numero limitato di posti e gli altri in aree a terra, – si parla di requisire alberghi che al momento per forza di cose sono a corto di clienti, – dove fargli fare la quarantena.

E poi? Finita la quarantena non potranno essere rispediti indietro, quindi dovranno essere ospitati nelle solite strutture. Allora cosa è cambiato con i porti chiusi? Nulla, tranne il maggiore impegno statale nell’assistere i migranti che dovranno anche essere sorvegliati sia a livello sanitario che per evitare che si sottraggano alla quarantena.

Che l’iter sia questo è chiaro proprio da quanto spiegato da Angelo Borrelli, che per attuare il provvedimento ha nominato il capo dipartimento delle Libertà civili e dell’immigrazione del ministero dell’Interno, prefetto Michele Di Bari, il quale si avvarrà della Croce Rossa italiana.

Michele Di Bari nello specifico, dovrà provvedere “all’esigenza alloggiativa ed alla sorveglianza sanitaria delle persone soccorse in mare e per le quali non è possibile indicare il porto sicuro e di quelle giunte sul territorio nazionale in modo autonomo”.

Inoltre il prefetto potrà utilizzare navi per il periodo di sorveglianza sanitaria e per gli sbarchi autonomi, dovrà individuare tramite le prefetture “altre aree o strutture da adibire ad alloggi per il periodo di sorveglianza sanitaria previsto dalle vigenti disposizioni”

Infine se non sarà possibile attivare strutture sul territorio, i migranti possono essere sistemati anche sulle navi.

Di fatto il governo Conte si piega ai diktat delle sinistra estrema, l’otto aprile scorso infatti il deputato di LeU Erasmo Palazzotto, componente della commissione Esteri di Montecitorio aveva dichiarato: “Il decreto che chiude i porti italiani alle navi umanitarie dichiarandoli non sicuri è un errore politico dettato più dalla paura della propaganda della destra che dalla razionalità necessaria in momenti come questi. Dev’essere ritirato immediatamente e sostituito da un protocollo sanitario che preveda, per chiunque approdi nei nostri porti, un periodo di quarantena obbligatorio da trascorrere in strutture sulla terra ferma o a bordo di assetti navali idonei che possano garantire la sicurezza di tutti”.

Il decreto non è stato ritirato ma aggirato e nelle sostanza il provvedimento di Borrelli accoglie integralmente le richieste di Palazzotto.