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Coronavirus. Tante donazioni agli ospedali, tutte tassate dall’IVA: e lo Stato incassa


“Dura lex, sed lex”, ma qui lo Stato Italiano “chiagne e fotte”: donare un macchinario ospedaliero, anche in tempi di emergenza da coronavirus, costa il 22% di IVA. Così lo Stato Italiano tassa le donazioni fatte allo stesso Stato Italiano, mentre chiede abbastanza apertamente donazioni per rappezzare la malandata sanità pubblica

A Napoli si dice che quando qualcuno riesce a guadagnare dai propri pubblici piagnistei “chiagne e fotte” ed a pensarci bene, tale definizione pare calzare abbastanza bene allo Stato Italiano che neppure in tempo di emergenza da coronavirus ha pensato di eliminare o almeno ridurre il balzello dell’IVA, almeno dalle donazioni fatte alla sanità pubblica, la sanità dello Stato.

Il 22%, tanto chiede lo Stato Italiano per acquistare un ventilatore polmonare o qualsiasi altro macchinario medico. Il massimo tipo di imposta IVA viene richiesta anche se tale macchinario viene acquistato da una Onlus – finanziatasi magari tramite raccolta fondi in una piccola comunità – e che poi donerà il macchinario a una struttura della Sanità Pubblica del luogo, magari carente proprio a causa dei tagli alla sanità pubblica fatti negli ultimi 20 anni e ora per convenienza rimproverati dalla stessa politica che li ha fatti.

Praticamente lo Stato Italiano tassa le donazioni fatte allo stesso Stato Italiano e lo fa applicando l’IVA al 22%, nemmeno al 10 o al 4, ma al 22, come se un privato cittadino stesse comprando per sé stesso un’auto di lusso.

Una mancanza di delicatezza, un atto che fa quantomeno indispettire. Soprattutto perchè chi mette insieme una certa cifra per fare del bene alla collettività, se non dovesse pagare l’IVA, sicuramente acquisterebbe qualcosa in più proprio per la stessa comunità. Quindi da un certo punto di vista potremmo ragionare sul fatto che lo Stato non solo tassa le donazioni che gli vengono fatte, ma si sabota da solo, dato che toglie fondi a chi li userebbe per donargli ulteriore materiale utile.

Sul tema abbiamo voluto contattare una delle tante Onlus ed enti benefici che in questo momento di grave emergenza stanno facendo i salti mortali per sostenere la sanità pubblica, spesso carente di mezzi e non solo.

“Purtroppo è vero, le ONLUS pagano l’iva ed anche al 22%”. A dirlo è il dott. Alessandro Capurro Presidente dell’Ass. “Orazio Capurro – Amore per la vita” di Sciacca (AG) che da tanti anni ormai effettua donazioni considerevoli a beneficio delle strutture ospedaliere pubbliche locali e che in occasione dell’ermergenza covid-19 ha già donato ben 4 monitor multiparametrici e 5 ventilatori polmonari all’Ospedale di Sciacca.

“Nonostante le ONLUS perseguano nelle loro iniziative esclusivamente il raggiungimento dell’utilità sociale a beneficio quindi dell’intera collettività, lo Stato chiede a queste organizzazioni non lucrative ugualmente il pagamento dell’IVA.

Una delle tante donazioni dell’Ass. Capurro all’Ospedale di Sciacca: un’incubatrice neonatale.

Si tratta di una decisione davvero incomprensibile in quanto, prendendo ad esempio le numerose iniziative realizzate dall’Associazione ORAZIO CAPURRO – Amore per la Vita Onlus, le donazioni di costose ed importanti apparecchiature, molte di queste salvavita, effettuate in favore dell’Ospedale di Sciacca hanno una ricaduta a beneficio della collettività.

Lo Stato quindi non solo talvolta non riesce ad intervenire con puntualità per soddisfare le necessità dei suoi contribuenti e non sempre riesce a mettere i sanitari nelle condizioni di lavorare con le adeguate e necessarie attrezzature per soddisfare le esigenze degli utenti ma impone alle ONLUS il versamento dell’IVA pari al 22%. Nessun regime agevolato quindi per le ONLUS, a differenza invece di quanto avviene giustamente per coloro che soffrono di particolari patologie, e neppure un meccanismo di sgravio riservato ad altre figure che effettuano l’acquisto per l’esercizio della professione e quindi per finalità lucrative.

Sarebbe auspicabile che lo Stato esonerasse le ONLUS dal versamento dell’IVA nel caso almeno di acquisti finalizzati ad effettuare una donazione in favore di Ospedali o altri enti pubblici per non ridurre ulteriormente le loro già esigue risorse economiche, esclusivamente proventi di offerte di liberalità. Anche perché, come detto, dalle ONLUS quasi sempre provengono gesti di solidarietà e di vera utilità sociale che talvolta mirano anche a coprire le falle o le lacune statali”.