La Russia procede con i preparativi per i negoziati di Istanbul che si terranno il 15 maggio, il Cremlino annuncerà chi rappresenterà la Russia ai colloqui con l’Ucraina “non appena il presidente lo riterrà necessario”
Lo ha detto oggi ai giornalisti il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, chiarendo che non intende rilasciare ulteriori commenti sull’argomento e aggiungendo che l’approccio dell’Europa alla soluzione del problema ucraino “non è equilibrato, mira alla continuazione della guerra e contrasta nettamente con l’approccio dimostrato da Mosca o da Washington”. Peskov ha inoltre accusato l’Europa di schierarsi completamente dalla parte dell’Ucraina, e quindi “non può in alcun modo affermare di avere un approccio imparziale ed equilibrato” ai negoziati.
Secondo quanto riferiscono i media russi, giovedì 15, a capo della delegazione russa a Istanbul per colloqui diretti con la parte ucraina, ci sarà il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e anche l’assistente diplomatico presidenziale Yuri Ushakov. Entrambi hanno lunghe carriere diplomatiche alle spalle ed esperienza negoziale. Le notizie sulla composizione della delegazione escludono implicitamente la presenza a Istanbul del presidente russo Vladimir Putin, anche il Cremlino non ha ufficializzato nulla, lasciando aperto spazio per qualsiasi mossa dell’ultima ora.
La presenza di Lavrov sembra voler ‘corrispondere’ a quella del segretario di Stato Usa Rubio. Secondo Reuters, il presidente Donald Trump, invierà in Turchia per i colloqui Russia-Ucraina, Steve Witkoff e Keith Kellogg.
Vladimir Zelensky che ha annunciato la sua presenza a Istanbul, anche senza un cessate il fuoco, dichiarazione arrivata dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha esortato l’Ucraina ad accettare immediatamente l’offerta di colloqui di Putin, ha dichiarato che l’assenza del presidente russo Vladimir Putin dai colloqui di giovedì a Istanbul, sarebbe il “segnale definitivo” che Mosca non vuole fermare la guerra. “Penso che se Vladimir Putin rifiuterà di andare in Turchia, sarà il segnale definitivo che la Russia non vuole porre fine a questa guerra, che non è disposta a negoziare”.
Dichiarazione confermata dal capo dell’Ufficio presidenziale Andrii Yermak, in collegamento con il Copenhagen Democracy Summit 2025, un convegno della Alliance of Democracies Foundation, organizzazione no-profit fondata nel 2017 da Anders Fogh Rasmussen, ex segretario generale della Nato ed ex primo ministro della Danimarca.