La notizia girava già stamattina, poi avvalorata in una conferenza stampa a Palermo dal governatore siciliano Rosario Crocetta, che ha illustrato i provvedimenti adottati dalla Regione dopo un monitoraggio condotto dall’amministrazione, realizzato incrociando i carichi pendenti e i casellari giudiziari dei 25 mila addetti alla forestale.
Il numero maggiore di condannati per mafia sarebbe inserito negli elenchi delle province di Palermo, seguono Agrigento ed Enna. Tra i lavoratori, inoltre, ci sarebbero anche una decina di indagati per incendio doloso.
Crocetta lo ha definito “un provvedimento esemplare che comincia a tracciare un solco tra le logiche della Pubblica amministrazione e interessi privati. Come può far parte di questi elenchi chi è interdetto dai pubblici uffici?”.
Crocetta poi è andato oltre: “Abbiamo comunicato agli uffici provinciali di Caltanissetta, Catania, Enna, Palermo, Agrigento, Messina, Siracusa e Trapani un primo provvedimento che prevede l’esclusione dagli elenchi delle persone avviabili al lavoro di 42 soggetti per reati gravi e di altri 24 con l’aggravante del 416 bis. Si tratta di un primo stralcio di 66 dipendenti”. Quindi secondo il governatore siamo all’inizio.
In effetti quello degli addetti alla forestale è un settore che in questi anni ha generato più di un dubbio sul suo sistema di funzionamento. Emblematici i casi in cui gli stessi addetti sono stati “beccati” in flagrante ad accendere focolai per conservare il posto di lavoro.