“Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze di Israele contro la base (Unp) 1-31 potrebbero costituire crimini di guerra e rappresentano delle gravissime violazioni delle norme del diritto internazionale umanitario. Violazioni non giustificate da alcuna necessità militare”
Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi: “Italia e Nazioni Unite non possono prendere ordini da Israele. Non si tratta di un errore. E non si tratta di un incidente, e quindi abbiamo bisogno di spiegazioni formali, reali, nei tempi più rapidi possibili”.
Il Governo, attraverso il Ministro, ha convocato l’Ambasciatore d’Israele in Italia: “Abbiamo chiesto spiegazione degli atti avvenuti. Il motivo per cui sono stati sparati questi colpi e abbiamo preteso di saperlo ufficialmente. L’ambasciatore non era in grado di fornire spiegazioni”. Inoltre “Il Governo italiano ha formalmente protestato con le Autorità israeliane e ha ribadito con fermezza che quanto sta accadendo nei pressi della base del contingente Unifil non è ammissibile”, riferisce una nota di palazzo Chigi.
Due delle tre basi Unifil attaccate in Libano dalle forze israeliane di difesa sono italiane. Si tratta delle basi UNP 1-31 e 1-32, presidiate da personale italiano. La terza è il quartier generale di Unifil a Naqoura dove operano militari di ogni nazionalità.
Pesanti anche le accuse dell’Unifil: “Ieri i soldati delle forze israeliane di difesa hanno deliberatamente sparato e disattivato le telecamere di monitoraggio perimetrale della posizione. Hanno anche deliberatamente sparato su UNP 1-32A, dove si tenevano regolari riunioni tripartite prima dell’inizio del conflitto, danneggiando l’illuminazione e una stazione di trasmissione”, si leffe in una nota la missione Unifil in Libano.
“Ricordiamo all’Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza e la protezione del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità dei locali delle Nazioni Unite in ogni momento – prosegue Unifil – Le forze di peacekeeping dell’Unifil sono presenti nel Libano meridionale per supportare un ritorno alla stabilità sotto il mandato del Consiglio di sicurezza. Qualsiasi attacco deliberato alle forze di peacekeeping è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza”.
Redazione Fatti & Avvenimenti