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Dall’UE arriva l’ultimatum: “Ratificate il MES, a prescindere dal governo che sarà eletto”

Non è una novità, il Governo Italiano da tempo, de facto, non ha più alcun potere in materia di politica internazionale e questioni NATO, appiattendosi sulle posizioni dei “Paesi guida”. Non pare quindi strano che a questo si aggiunga il MES, il fondo salva-stati europeo, per la ratifica del quale è già partito il pressing dal’UE a cui non interessa quale governo sarà eletto, né evidentemente le sue posizioni in merito, dato che “i Paesi della zona euro si attendono che l’Italia proceda”

“I Paesi della zona euro si attendono che l’Italia proceda, dopo le prossime elezioni politiche, a ratificare la riforma del trattato del Meccanismo Europeo di Stabilità, a prescindere da chi vincerà”. E se l’Europa attende ciò, chi è mai il prossimo governo italiano, da chiunque possa essere composto dopo le elezioni, per opporsi al volere dei Paesi della zona euro e decidere in autonomia, magari secondo mandato degli elettori?

C’è un impegno della Repubblica italiana“, ha sbottato un alto funzionario di Bruxelles, con tanto di commenti stampa che parlano di “vaso colmo e pazienza finita”.

Ed il motivo della “pazienza finita” è chiaro: il MES Meccanismo europeo di stabilità, il controverso “fondo salva-Stati” europeo, doveva essere approvato dal parlamento tempo fa, ma gli impegni di governo sono naufragati nelle aule della democrazia italiana: una cosa inammissibile per l’Europa.

Neppure quell’apostolo di Mario Draghi ha saputo risolvere il problema e così si è arrivati alle elezioni con il MES non ancora ratificato. Una vergogna? No, più che altro “un pericolo” per l’UE che quel MES lo vuole tanto.

Lega e Fratelli d’Italia – che rischiano di essere la forza motrice di un governo di centro-destra – infatti di Meccanismo Europeo di Stabilità non ne vogliono sentire parlare nemmeno per sbaglio, almeno fino ad oggi. Ovviamente però, “del domani non v’è certezza” diceva il poeta, forse prevedendo una Giorgia Meloni impegnata a farsi benedire da Washington e dalla Clinton per ambire alla carica di premier.

Comunque, una bella gatta da pelare per l’Unione Europea, che formalmente vede il MES come esterno ai propri trattati, essendo un’organizzazione di Paesi dell’area euro vincolati a tale strumento di risoluzione delle crisi di debito, ma che si coordina con la Commissione e le altre istituzioni di Bruxelles. In buona sostanza significa, soprattutto dal punto di vista dei detrattori, il rischio che una volta presi i fondi del MES – fondi che altrimenti possono essere reperiti sul mercato -, la Troika europea prenda il controllo della politica economica dello stato indebitato, praticamente un commissariamento europeo in “stile Grecia”.

Infatti per Salvini il MES è “un nodo da risolvere” che a febbraio 2022 “non era urgente”, per la Meloni invece si tratta proprio di “un Trattato che non fa gli interessi dell’Italia”. E quindi, al netto dei possibili ripensamenti basati sui malumori europei, viene un po’ difficile immaginare che un possibile governo di centro-destra con Meloni leader o tra i leader possa cambiare diametralmente pensiero sul fondo salva-stati europeo. Chi vivrà vedrà.