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Domani Zelensky alla Camera italiana in video-call, ma molti deputati hanno detto che non ci saranno

Domani Zelensky si collegherà con il Parlamento italiano, ma molti deputati, sopratutto tra 5S, ex 5S e Lega hanno già fatto sapere che non ci saranno: “Non ascolteremo il presidente dell’Ucraina”

È tutto pronto per il collegamento di domani alle 11, a Montecitorio, quando il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky parlerà ai deputati presenti. Ed è proprio la parola “presenti” che sta creando non pochi imbarazzi al presidente della Camera Roberto Fico, che per l’occasione ha chiesto di replicare le stesse condizioni attuate per il giuramento del presidente della Repubblica del mese scorso, quando fu utilizzato ogni strapuntino ricavabile nell’emiciclo, tra scranni e tribune, per sistemare deputati e senatori. L’imbarazzo potrebbe essere proprio nel vedere quei posti faticosamente ricavati restare vuoti.

In molti infatti, dopo avere ricevuto la mail spedita per confermare o meno la presenza, scadenza a mezzogiorno di oggi, hanno fatto sapere che non ci saranno. Al momento dovrebbero essere una ventina ma il numero reale si saprà solo domani, quando in video-call il presidente ucraino apparirà sui due maxi-schermi accanto al bassorilievo bronzeo di Calandra.

Da notare che questa è la terza volta che un capo di Stato estero parla alla Camera, privilegio offerto in passato solo a re Juan Carlos e papa Giovanni Paolo II (personalità di ben altro calibro, ndr).

Ma torniamo ai deputati che hanno già detto che saranno assenti, di fatto sono gli stessi che giovedì scorso non hanno votato a favore del decreto Ucraina e i senatori che si accingono a fare lo stesso quando a breve il testo arriverà a Palazzo Madama.

I no sono arrivati da Simone Pillon della Lega ed Enrica Segneri del M5S, che ha definito l’intervento di Zelensky come “inopportuno”, mentre Veronica Giannone, ex grillina ora in Forza Italia ha detto: “Non sono tra quelli che dicono: allora venga anche Putin”, come invece aveva detto Nicola Grimaldi del M5S.

La Giannone inoltre è convinta che sia una “spettacolarizzazione” e che “Molti colleghi sono rimasti spiazzati all’annuncio di questo collegamento”, soprattutto quelli con simpatie filorusse, più consistenti tra le file di M5S e Lega. Sarà assente anche la senatrice del Misto, ex pentastellata, Bianca Laura Granato, come anche Emanuele Dessì, sempre ex 5stelle, ora nel Partito comunista, che è appena tornato dalla Bielorussia, dove ha incontrato i luogotenenti del presidente Alexander Lukashenko.

Risoluto l’ex5 Stelle senatore Gianluigi Paragone, oggi leader di Italexit: “Alla Camera né Zelensky, né Putin”. Anche il leghista Vito Comencini appare difficile che ci sia, visto che fino a qualche giorno fa rilasciava dichiarazioni dalla Russia, dicendosi pronto a partire per il Donbass.

Infine ci sono gli indecisi come Matteo Dall’Osso, altro ex M5S ora in FI: “Sono orientato a non esserci, si dà visibilità solo a una parte. Anche Vladimir Putin in Aula? Chi lo chiede fa bene!”.

Domani l’intervento del presidente ucraino durerà circa un quarto d’ora e sarà trasmesso su Rai1, preceduto da 2 minuti a testa per Roberto Fico e la presidente del Senato Elisabetta Casellati, che precederanno l’intervento del premier Mario Draghi.