La Germania ha deciso di bloccare la consegna di armamenti ed è una novità non di poco conto in considerazione che il governo di Olaf Scholz, nel primo anno della guerra a Gaza, ha chiuso più di un occhio sui massacri sulla popolazione civile palestinese di Israele
Lo riporta Reuters, secondo cui lo stop della Germania, sarebbe dovuto al fatto che le cause legali potenzialmente scatenabili dalla cessioni di armi a Israele avrebbero potuto rendere oneroso il processo. “Una fonte vicina al ministero ha citato un alto funzionario governativo, il quale ha affermato di aver sospeso i lavori per l’approvazione delle licenze di esportazione di armi verso Israele in attesa della risoluzione dei casi legali che sostenevano che tali esportazioni dalla Germania violavano il diritto umanitario”, ricorda il Jerusalem Post.
La notizia è arrivata nella giornata di ieri 18 settembre, mentre a Tel Aviv ancora si analizzavano i risultati degli attacchi a sorpresa tramite l’esplosione massiccia di cercapersone, walkie-talkie e altri dispositivi di Hezbollah in tutto il Libano, che hanno provocato oltre 30 morti e migliaia di feriti.
Da Berlino hanno precisato che nessuna nuova licenza di export è stata approvata dal Consiglio Federale di Sicurezza, l’organo che coordina le strategie di sicurezza nazionale a Berlino, da marzo a oggi. Un cambio di rotta totale, visto che fino ad oggi la Germania si è ben guardata di accusare Tel Aviv di violare il diritto umanitario, arrivando addirittura a fare muro contro la causa per genocidio intentata dal Sudafrica di fronte alla Corte di Giustizia Internazionale.
Scholz dunque, come il primo ministro britannico KeirStarmer, che già nelle sue prime settimane di governo ha fortemente ridimensionato l’appoggio di Londra a Tel Aviv, ha assunto la stessa posizione e proprio nel momento che i casi di abbandono alla linea di mano libera totale concessa dai Paesi europei a Netanyahu nella prima fase della guerra, iniziano a moltiplicarsi .
Redazione Fatti & Avvenimenti