Dopo Russia e Cuba, la censura dei social USA arriva anche in Italia: imbavagliati partiti e blogger


Gli USA “esportano democrazia” anche via social e sul tavolo tornano prepotentemente le questioni della libertà sul web e dell’effettivo potere dei socialnetwork sulla società reale e sui suoi processi democratici

C’è una vecchia canzone punk americana degli anni ’90 che dice: “America stands for freedom, but if you think you’re free, try walking into a deli and urinating on the cheese!”

E come dare torto ai The Vandals ed alla loro Anarchy Burger. Tuttavia, finché la libertà yankee resta nei confini patri di quelle ex colonie oltreoceano orginariamente ripartite da Papa Borgia agli stati europei, tutto va bene. Il problema sorge però quando quel grottesco modo di pensare ammorba gli altri Stati fino a toccare la vecchia Europa attraverso il web.

Purtroppo questo è quello che sta accadendo in Italia nelle ultime settimane, con la censura della società privata americana Facebook Inc. che si è abbattuta violentemente su partiti, esponenti politici e blogger: da Casapound a Vox Italie, fino ad alcuni blogger fatti oggetto di restrizioni social poco chiare.

Risale allo scorso lunedì la notizia della chiusura delle Pagine Facebook e Instagram di Casapound e Forza Nuova, entrambe formazioni politiche di estrema destra. In meno di una giornata le notissime piattaforme social hanno fatto “epurazione” di pagine legate ai due movimenti e addirittura chiuso i profili privati degli esponenti politici di spicco, alcuni dei quali pare fossero addirittura politici eletti a cariche istituzionali.

Insomma, a prescindere dalla propria posizione politica e della simpatia o antipatia verso i due movimenti prima citati, bisogna prendere atto che Facebook si è permessa di censurare due soggetti politici che spesso si sono presentati alle elezioni, e così facendo, hanno dimostrato di rientrare a pieno titolo sia nella legge che nel quadro costituzionale. Non si sta parlando di movimenti clandestini, ma di soggetti politici pienamente autorizzati a svolgere attività politica.

Ma non solo l’estrema destra, tacciata di razzismo e incitamento all’odio e per questa oscurata con tanto di dichiarazioni stampa da parte di una non meglio identificata portavoce di Facebook. Sotto la scure della censura social, è arrivata ieri notte la notizia, è finito anche Vox Italiae, neonata formazione sovranista-socialista di Diego Fusaro, docente universitario e volto noto dei talk show politici.

La pagina ufficiale è stata chiusa, a dirlo è stato lo stesso Fusaro: “E’ ufficiale. Ci hanno bloccato la pagina di Vox Italiae. Forse perché non diciamo ‘più Europa’ e ‘decidono i mercati’. Forse perché siamo sovranisti, populisti e socialisti. Forse perché crediamo in una confederazione internazionalista di Stati sovrani, democratici e socialisti. Forse perché non ci arrendiamo e lottiamo per un’Italia all’altezza della sua storia, in cui tornino il Rinascimento e i diritti sociali. Un’Italia di chi lavora e non di chi specula vivendo in modo parassitario. Un’Italia fiera di sé e rispettosa delle altre nazioni”. “Un’Italia – sottolinea Fusaro – che non sia miserrima colonia di Bruxelles e di Washington. Un’Italia basata sulla democrazia, cioè sulla sovranità popolare nello Stato sovrano nazionale. Un’Italia degna di sé e degli spiriti magni che l’hanno fatta grande: l’Italia di Dante e di Petrarca, di Machiavelli e di Manzoni, di Vico e di Gioberti. Si può lottare e perdere. Chi non lotta ha già perso”.

Ma non finisce qui.

A subire “strane restrizioni Facebook” sono stati anche alcuni blogger. Un esempio di questa strana censura – che citiamo poiché spesso ha collaborato e collabora con la Nostra Testata Giornalistica – è il blogger siciliano Gaetano Montalbano. Tuttavia occore una doverosa premessa: Montalbano non è blogger sconosciuto che scrive da chissà quale buia stanzetta, ma un professionista stimato, molto conosciuto in Sicilia anche per essere stato Presidente del Seus 118 – cioè la società consortile a capitale interamente pubblico costituita tra la Regione Siciliana e le Aziende del Servizio sanitario regionale. La Società è lo strumento operativo attraverso il quale viene organizzato e gestito il Servizio di trasporto per l’emergenza-urgenza 118 per l’intero territorio regionale, nonche’ tutti i servizi inerenti l’emergenza-urgenza – da anni in politica, oggi esponente sovranistra che ha abbracciato la Lega di Salvini.

A Montalbano proprio in questi giorni di censura a tappeto, è stato proibito di pubblicare su alcune sui pagine Facebook. Non solo, sulla sua pagina principale, che conta quasi 30mila like ed i cui post – spesso anche repost di articoli e notizie di varie testate giornalistiche, quindi tutt’altro che attività censurabile – raggiungevano centinaia di migliaia di persone, ha subito un improvviso taglio della visibilità, rendendogli praticamente inutile qualsiasi condivisione poiché non viene più visualizzato dalla stragrande maggiornaza dell’utenza estremamente fidelizzata alla pagina.

A questo punto, sorge quindi la domanda, una società privata, soprattutto con un potere sociale grande quanto Facebook, può arrogarsi il diritto di censurare a proprio intidimento politico/ideologico?

Quello che però fa più paura è che l’arroganza dei social possa peggiorare fino a diventare censura totale, come già accaduto in altre parti del mondo. Era il 30 luglio 2019 quando l’altro grande social, Twitter, bloccò l’account dell’ambasciata russa in Siria. Un blocco su cui intervenì addirittura il Ministero degli Esteri russo, chiedendo a Twitter di riaprire l’account.

Lo scorso mercoledì 11 settembre invece i principali mezzi di comunicazione cubani sono stati censurati simultaneamente e senza alcuna spiegazione nuovamente da Twitter, mentre era in corso un discorso il presidente del Paese, Miguel Díaz-Canel che ha presentato le misure che il suo governo ha adottato in merito al rafforzamento del blocco degli Stati Uniti, che ha avuto ripercussioni sulla nazione caraibica in settori quali la produzione di energia, la distribuzione di prodotti e alcuni servizi pubblici.

Insomma, quello che emerge, è il sospetto che i maggiori social, tutti statunitensi, siano ormai diventati un mezzo di censura verso qualsiasi pensiero “scomodo”. Un sospetto questo, che dovrebbe mettere in allarme le istituzioni nazionali ed Europee.

E proprio al parlamento europeo, l’Eurodeputato siciliana della Lega, Annalisa Tardino è recentemente intevenuta in plenaria sul tema delle “Fake news e interferenze straniere nei processi democratici in Europa”. “Ho ricordato – spiega la Tardino – ai colleghi e alla Commissione europea che le Fake news, possono sì essere pericolose e dobbiamo contrastarle, ma che con il pretesto di combattere la disinformazione, non possiamo incoraggiare comportamenti di censura delle opinioni dissenzienti.”