La settimana scorsa la Sea Watch ferma a Messina per quarantena, era tornata in mare, ora è la volta della Mare Jonio, dissequestrata dopo otto mesi di fermo nel porto di Trapani
È salpata da Messina la ong tedesca Sea Watch , che dopo i mesi di blocco dovuto all’emergenza Coronavirus, ritorna nel mediterraneo a riprendere migranti: “In questi mesi il Mediterraneo – dichiara la portavoce Giorgia Linardi – è stato un deserto di umanità in cui si sono consumate violazioni terribili. Adesso torniamo noi, dal basso, per far rispettare le convenzioni internazionali e la Costituzione che i governi violano”.
L’equipaggio della Sea Watch torna in mare dopo essersi sottoposto alla quarantena prevista dalla normativa italiana e nei giorni scorsi sono stati effettuati i tamponi, risultati negativi. “Ci siamo preparati in questi mesi sviluppando delle procedure sanitarie specifiche per il Covid, tenendo conto delle linee guida nazionali del nostro Stato di bandiera, la Germania, e internazionali – aggiunge Linardi – Sono stati predisposti dispositivi di protezione personale particolari, le procedure di disinfezione a bordo sono state accentuate e saranno quotidiane. Ai migranti che salgono a bordo verrà presa la temperatura ed è stata predisposta un’area dove eventualmente isolare persone con sintomatologia da Covid”.
La Sea Watch è stata la prima ong a tornare nel canale di Sicilia per prendere i migranti che tentano la traversata. Questa settimana dovrebbe essere la volta della Mare Jonio, della ong italiana Mediterranea, per intenderci quella di Casarini e Fratoioanni che attualmente si trova in sosta tecnica nel porto di Trapani.
La nave dunque, dopo 8 mesi di sequestro – definito oltretutto “illegittimo” dalla ONG – e dopo lo stop forzato per l’emergenza COVID-19, tra qualche giorno tornerà in mare: “Dimostreremo che è possibile conciliare il dovere di soccorrere con quello di garantire la sicurezza di tutti – dichiara Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans – Lo scenario è notevolmente peggiorato nel Mediterraneo, vige la legge della giungla. Il coronavirus non ha fermato gli altri mali del mondo, sono continuate le guerre e gli stupri, ma i governi scrivono nero su bianco di fregarsene delle convenzioni internazionali e dei diritti delle persone. Noi torniamo in mare per difendere questi diritti”.
A “benedire” la Mare Jonio, è arrivato il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, che è salito a bordo della nave accompagnato dal capo missione Luca Casarini, dove ha incontrato gli undici membri dell’equipaggio, tutti italiani più un giovane greco. “La visita – ha detto il vescovo di Mazara – mi ha dato l’opportunità di incontrare queste persone splendide, uomini e donne, che hanno accettato la sfida di salvare in mare naufraghi provenienti dalla sponda libica”, poi ha aggiunto: “Sono persone spinte da una motivazione meravigliosa, e cioè quell’umanità che traspira dai loro volti, dal racconto delle loro esperienze”.
Soddisfatto Luca Casarini che ha affermato: “La visita di monsignor Mogavero testimonia il fatto che molti mondi si possono riunire dentro un’idea che è quella di salvare le vite. Il mare non è morte, è una storia di aiuto gli uni con gli altri”
Redazione Fatti & Avvenimenti