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Draghi, Macron e Scholz: ‘Kiev subito in Ue’ e Gazprom dopo l’Italia taglia forniture gas del 60% alla Germania

Emmanuel Macron, Mario Draghi e Olaf Scholz, sono andati a Kiev per dire a Zelensky che “sosterranno l’Ucraina nell’Ue fino alla sconfitta della Russia” e Gazprom taglia le forniture di gas alla Germania del 60%, dopo avere tagliato quelle all’Italia del 50%

Nelle parole non si tratterebbe di una ritorsione, ma – come comunica Gazprom – di cause tecniche, ma nei fatti l’irritazione di Mosca per il viaggio Emmanuel Macron, Mario Draghi e Olaf Scholz, per dire a Zelensky che “nessuna pace se non quella decisa da Kiev e invio di nuove armi anche missili e artiglieria”, oltre all’immediata adesione dell’Ucraina nella Ue, è palpabile.

La reazione di Mosca non si è fatta attendere. “Se l’Ue fornirà all’Ucraina una tabella di marcia per l’adesione, – ha commentato Serghei Lavrov – significa solo una cosa: che l’Unione europea è ancora una volta pronta a chiudere un occhio su tutti i criteri che sono sempre esistiti per i candidati e a lasciarsi guidare esclusivamente da considerazioni geopolitiche”.

Non meno pesanti le parole del Portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “Macron, Draghi e Scholz non si concentrino solo sul sostegno all’Ucraina riempiendola ulteriormente di armi. Questo prolungherebbe la sofferenza delle persone e causerebbe ancora più danni a questo Paese”.

Dopo le parole sono arrivati i fatti. Gazprom ha tagliato ulteriormente il volume delle forniture di gas alla Germania, attraverso la pipeline del Nord Stream 1, a un massimo giornaliero di 67 milioni di metri cubi, portando la riduzione complessiva a circa il 60% nell’arco di due giorni e questo dopo che l’Italiana Eni ha fatto sapere : “a fronte di una richiesta giornaliera superiore di circa il 44% rispetto a quella avanzata ieri, Gazprom ha comunicato che sarà consegnato solo il 65% delle forniture richieste”.

Al ministro dell’Economia tedesco Habeck non è rimasto che prenderne atto ed ha invitato i cittadini a ridurre i consumi. Poi per far capire meglio cosa sta accadendo ha detto di essere convinto che la riduzione delle forniture attraverso il Nord Stream è “motivata politicamente” e non dovuta ai problemi tecnici citati dal gruppo russo. “Mosca sta cercando di turbare i mercati”.

Le conseguenze delle minori consegne rispetto alla richiesta, hanno fatto schizzare in alto prezzi che hanno toccato i massimi da marzo. Un successo per Mosca che vendendo meno gas incassa più soldi.

Ed infatti i prezzi del gas sull’hub di Amsterdam, il mercato di riferimento per l’Europa, dopo che Mosca ha continuato a ridurre le forniture non solo a Germania e Italia, hanno registrato forti aumenti. Come detto Gazprom ha dichiarato che si tratta di problemi tecnici causati dalle sanzioni e avvertito che i flussi di gas attraverso il Nord Stream 1 potrebbero anche essere sospesi.

In soldoni, il metano nella giornata di eri è schizzato oltre i 145 euro al Megawattora con un rialzo del 20% circa. Un picco che è stato superato solo all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, nei primi giorni di marzo.

La prima conseguenza la si vede con il rialzo dell’inflazione in tutta Europa, spinta proprio dai rincari energetici. Danni circoscritti solo all’Ue, come confermato dall’ad di Gazprom, Aleksej Miller, che durante il Forum economico di San Pietroburgo ha detto che la Russia ha “aumentato le sue forniture alla Cina del 67,5% nei primi 5 mesi di quest’anno” e che “le rinnovabili non salveranno la Ue”.

Le previsoni del colosso energetico russo sono state confermate dl’ambasciatore russo all’Ue Vladimir Chizhov – che come riferisce il Guardian – ha dichiarato all’agenzia statale Ria che un arresto completo dei flussi nel gasdotto sarebbe una “catastrofe” per la Germania.

In Italia, dopo il calo delle consegne del 15% comunicato mercoledì, ieri Gazprom “ha comunicato che sarà consegnato solo il 50% delle forniture richieste” di Eni, che per recuperare le quantità non ricevute sollecitava un aumento del 44% rispetto al giorno prima.